Qui Milano – Trasmettere valori ai bambini
È il professor Shemuèl Wygoda, il noto filosofo e pedagogista franco israeliano che da tempo sta lavorando con le scuole ebraiche italiane, il protagonista del secondo giorno del seminario in corso a Milano nei locali della comunità, dopo una prima giornata aperta da Daniela Pavoncello, coordinatrice della commissione scuola, educazione e giovani dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e da Guido Osimo, componente della giunta Ucei con delega alle scuole in cui diversi sono stati i relatori. Presenti oggi come partecipanti, insieme a una ventina di insegnanti delle scuole ebraiche italiane, rav Alfonso Arbib e rav Roberto Della Rocca avevano ieri approfondito i temi della maldicenza e dell’ammonimento del prossimo. Argomento principale della lezione del professor Wygoda è stato il valore delle middot – le buone qualità dell’animo – che sono fondamentali per qualsiasi insegnamento, indipendentemente dall’argomento, e dalle fonti cui si fa riferimento.
Dallo studio approfondito di midrashim noti e meno noti, alla presentazione dei commenti di rabbanim alla discussione fra i partecipanti, tutta la lezione mattutina del professor Wyogoda è stata un mostrare come ogni singolo episodio della Torah, ogni midrash, ogni versetto e ogni festa possono essere utilizzati nello sviluppo della didattica. Il rispetto, l’attenzione, la cura, la capacità di condivisione, sono aspetti importanti dei rapporti interpersonali, e allo stesso tempo concetti complessi da trasmettere ai bambini e ai ragazzi, per lo meno in maniera viva, non pedante e non noiosa. Usando con cura i testi, facendo attenzione a ogni frase, versetto, quasi a ogni lettera, è invece ben possibile trasmettere quei valori e quei principi educativi così importanti per tutti gli aspetti della vita, dell’educazione e della crescita. Idee e principi dalle radici profonde, parte da sempre dei valori ebraici, insieme alla necessità di condividere la gioia, necessaria per poi essere capaci di aprire il proprio cuore e così meglio donare. La tradizione dello studio in chavruta, poi, è un’applicazione di principi ben più vasti: è importante studiare sia insieme a un compagno più grande, più preparato, che con qualcuno di meno preparato, per non perdere di vista quanto il livello raggiunto da ognuno sia relativo, da mettere in discussione continuamente. E ogni festa ha qualcosa da insegnare, in ogni parashah infiniti sono gli spunti da cogliere per passare ai bambini e ai ragazzi il valore di una tradizione viva, che ha così tanto da offrire.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(16 febbraio 2015)