Qui Firenze – “Noi, più forti dell’odio”
“In queste ore tremende in cui a Copenaghen l’ennesimo attacco ad una Comunità di nostri fratelli ha portato la sua scia di lutto, noi vogliamo continuare a difendere la nostra vita ebraica e i nostri valori”. Si annunciava così la serata di commemorazione e confronto organizzata ieri dalla Comunità ebraica fiorentina al termine della preghiera di Arvit. Ad intervenire, tra gli altri, la presidente Sara Cividalli (nell’immagine), il rabbino capo Joseph Levi e l’assessore alle pari opportunità del Comune Sara Funaro. “La vita, anche se provata dalle perdite più tristi deve riprendere in tutta la sua forza e la sua gioia. Questo non lo dobbiamo mai dimenticare”, ha affermato Cividalli nel suo intervento. Tra le molte iniziative in programma in queste ore una preghiera pubblica in memoria di Dan Uzan, il sorvegliante ucciso sabato notte all’esterno della sinagoga, che si svolgerà oggi – dalle 19.15 in poi – al Tempio di via Guastalla a Milano.
Un mese fa a Parigi, l’altra sera a Copenaghen, la scorsa notte l’ennesima profanazione alle tombe di un cimitero ebraico del sud della Francia, attacchi che ci lasciano smarriti e doloranti con la loro scia di lutto.
Il cuore si fa piccolo, la mente si interroga.
Questi atti ci lasciano confusi, attoniti. Come ebrei siamo in lutto per dei fratelli uccisi per il solo fatto di essere ebrei, di nuovo ci chiediamo: “Perché? è questa una buona ragione, lo è mai stata?”.
Come cittadini siamo attoniti perché inscindibile è l’odio antisemita, l’odio per chi è considerato diverso, dall’odio per la libertà, la libertà civile, la libertà di cultura, la libertà dei bambini, la libertà d’istruzione, la libertà della donna.
Noi vogliamo continuare a difendere la nostra vita ebraica e i nostri valori, vogliamo continuare a farlo qui, in Italia, in Europa, non vogliamo scappare. Come ha scritto il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna al presidente della Comunità ebraica di Copenhagen: “Noi, gli ebrei d’Europa, non ci arrenderemo. E soprattutto continueremo a vivere le nostre vite e a difendere con forza i valori fondamentali che accomunano i popoli dell’Europa democratica nata sulle ceneri dei più gravi crimini mai compiuti dall’uomo contro l’uomo e fondata sugli ideali di chi lottò per la libertà e contro odio e tirannie. Questa è la nostra forza. Questa sarà la ragione della loro sconfitta”.
Questo noi vogliamo continuare a fare, vivere la nostra vita di ebrei, seguire le nostre tradizioni, essere orgogliosi, come ognuno dovrebbe essere, della nostra peculiarità e diversità e vogliamo farlo nell’Italia e nell’Europa che abbiamo contribuito a costruire.
A Firenze viviamo in un crogiolo dove convivono, per tradizione storica, tradizioni e culture diverse qui ognuno di noi contribuisce con la sua diversità a comporre un grande mosaico variegato, bello e luminoso di cui ogni tessera è indispensabile, unica e bella. Questo deve continuare ad essere.
Ringraziamo le forze dell’ordine, che con la loro sollecitudine ci aiutano a proseguire nella nostra vita usuale. Ringraziamo le autorità cittadine, le cittadine e i cittadini di Firenze che sono in ogni senso nostri concittadini.
Siamo angosciati per la morte dei nostri fratelli. Abbiamo recitato il Kaddish: “Scenda dal cielo un’abbondante pace ed una vita felice su di noi…”. È la fine del Kaddish, la preghiera ebraica per i defunti. La vita, anche se provata dalle perdite più tristi deve riprendere in tutta la sua forza e la sua gioia. Questo non lo dobbiamo mai dimenticare.
Sara Cividalli, presidente Comunità ebraica di Firenze
(17 febbraio 2015)