Qui Milano – Gli insegnamenti etici di Ester
Seguire i principi etici e non la realpolitik. Questo uno degli insegnamenti che secondo il filosofo francese Shmuel Wygoda si possono trarre dalla Meghillat Ester, uno dei testi più allusivi e misteriosi della tradizione ebraica in cui si racconta la storia di Ester, giovane donna ebrea che – divenuta moglie del re Assuero – salverà il suo popolo dall’annientamento voluto dal consigliere del re persiano, il perfido e violento Amman. E su questo racconto – cui lettura segna il momento fondamentale della festa di Purim – si è soffermato Wygoda nel corso della serata legata al ciclo di conferenze di Kesher a Milano. Al suo fianco, rav Roberto Della Rocca, direttore del Dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e protagonista insieme a Wygoda della due giorni di seminario dedicato a insegnanti ed educatori delle scuole ebraiche italiane tenutosi a Milano tra domenica e lunedì.
“L’etica della Politica e l’idea ebraica di Nazione” era il titolo dell’intervento di ieri sera di Wygoda che ha ripercorso alcuni passaggi della Meghillat Ester che aprono diverse interrogativi dal punto di vista interpretativo. Perché ad esempio Mordechai (Mardocheo), che scoprirà il diabolico piano di Haman di distruggere il popolo ebraico, decide di non inchinarsi davanti allo stesso Haman, consigliere del re nonché discendente di Esav e di Amalek? Perché ad esempio non si allontana? Mordechai fa parte della tribù di Beniamino e come quest’ultimo, nato in Eretz Israel, non si inchinerà ad Esav, anche lui non si inchinerà al malvagio Haman. Perché? Perché la politica di Eretz Israel, che segue canoni etici, non si inchina a nessuno, non si piega ai giochi della realpolitik.
(17 febbraio 2015)