Ticketless – Perù
Nel “Grande dittatore” di Chaplin c’è una scena che mi commuove. Il protagonista, nei panni del Führer, pronuncia un discorso, rabbioso nella forma, in verità dolcissimo, capace di giungere, e di essere inteso dalla ragazza amata per quello che realmente è, grazie ai prodigi della radiofonia. Il tema delle radio di guerra mi appassiona da sempre. Senza sentire il bisogno di citare Roland Barthes o Leo Strauss, mi seduce l’idea che la radio trasmetta in codice, meglio della pagina scritta, un messaggio di libertà nel momento delle persecuzioni. Mi sono sempre chiesto perché nel secondo conflitto mondiale molte voci di intellettuali ebrei scegliessero di fare lo speaker in radio di esuli. Penso a Renato Mieli che trasmetteva con Fausta Cialente da Radio Cairo e ripara a Gerusalemme dopo l’avanzata tedesca nel deserto. Penso a Piero e Paolo Treves che trasmettono da Radio Londra. In questi giorni ho letto con avidità l’ultimo fascicolo di una bella rivista, “Paragone. Letteratura” (111-113, 2014), interamente dedicato ad Antonello Gerbi. Il fascicolo è curato con la consueta perizia dal figlio Sandro. Sono raccolti scritti dimenticati non necessariamente di storia dell’America latina. Antonello Gerbi scriveva libri dottissimi, ma amava il cinema (sono state raccolte le sue recensioni) e amava giocare con le parole. Dedicò uno studio all’espressione “vale un Perù” e in famiglia soleva dire, dopo la forzata fuga a Lima, in seguito alle leggi razziali, di non volere assolutamente “perire in Perù”. Perì, invece, nel 1944, in Perù il vecchio padre, Edmo Gerbi, ultimo discendente di una grande famiglia ebraica livornese. In questo fascicolo è riprodotta la lettera del 20 gennaio 1944, nella quale Antonello Gerbi dà la notizia del decesso ai famigliari lontani. Più che una lettera è un piccolo racconto-saggio su che cosa voglia dire morire in esilio. Un testo di alto valore letterario. La missiva serve al figlio per tracciare un profilo del padre. Dal ristretto punto di vista della comunicazione postale, il suo valore è nullo. I famigliari avevano avuto in diretta la notizia della scomparsa di Edmo qualche giorno prima, quando la rubrica che l’altro figlio, Giuliano, teneva per l’Office of War Information, una emittente radiofonica collegata con la celebre “Voice of America” venne inaspettatamente interrotta.
Alberto Cavaglion
(18 febbraio 2015)