Vercelli – Novanta candeline per “Mariulin”
Negli scorsi giorni la Comunità ebraica di Vercelli si è riunita nel pomeriggio intorno a Mario Pollarolo per festeggiare e rendere omaggio ai suoi primi e giovani 90 anni.
Mario, non è solo un iscritto, ma un protagonista storico della Comunità ebraica vercellese: attualmente la sua attiva e costante presenza, insieme con la sua affettuosa generosità, al fine di coadiuvare tutte le iniziative culturali e cultuali della Comunità, regalano sempre amicizia e sostegno con la sua allegria e una forza d’animo esemplare.
Nella biblioteca della Comunità si sono dunque trovati gli amici più cari di Mario, per una festa familiare con la quale la presidente, Rossella Bottini Treves, ha voluto ringraziare il festeggiato consegnandogli un regalo davvero speciale. A Baram, in Israele, sarà piantumato a cura del KKL un giardino di 100 alberi intitolato a Mario, metafora della generosità che il giovane 90enne ha seminato nella Comunità di Vercelli.
Sara Minelli
Mario Pollarolo, il decano della Comunità di Vercelli, nato il 16 febbraio del 1925 negli alloggi attigui al Tempio, mantiene l’animo e lo spirito di un giovane e appassionato ebreo di kehillah, indissolubilmente legato a Israele.
Il suo nome “Mariulin” ha sempre fatto parte dei ricordi e dei racconti di famiglia: la sua vitalità e le sue infinite trasgressioni giovanili che costringevano l’amata zia, Sellina Sacerdote, che si prendeva cura di lui, a cercarlo nei vicoli e nelle antiche gabole vercellesi quando bigiava le lezioni all’asilo Levi per dare spazio alla sua “creatività” infantile che è rimasta intatta negli anni e che si legge nei suoi occhi azzurri, limpidi e vivaci che tuttora mantiene con lo sguardo di un bambino intelligente, sensibile, ribelle, generoso e sincero.
La sua era una famiglia di lavoratori e di tradizione operaia: il papà, Angelo Pollarolo, che aveva sposato Maria Sacerdote, faceva il commesso di negozio e, prima della guerra, la famiglia Pollarolo-Sacerdote gestiva un negozio di carne e pollame in via Foa, proprio nell’ex ghetto di Vercelli dove si vendeva carne kasher per la Comunità producendo anche gustosi salami e salsicce d’oca, vendute in città e spedite in tutta Italia. Con la promulgazione delle Leggi razziali, visto che la titolarità del negozio era di sua madre ebrea, furono costretti a chiuderlo. La famiglia Pollarolo era una famiglia “mista”, ma il padre di Mario, Angelo Pollarolo benché non fosse ebreo, venne segnalato “di razza ebraica”, in quanto coniugato con l’ebrea Sacerdote Maria fu Israel, con il figlio Mario, pure “di razza ebraica”.
Il nostro “Mariulin” ha vissuto gli anni dei giovani Balilla e poi delle Leggi Razziste che non gli hanno consentito di proseguire i suoi studi e, scacciato al secondo anno delle scuole superiori. Costretto a lavorare clandestinamente presso la ditta Cantoni (dove era impiegata la madre) e infine a nascondersi in Valsesia con tutta la sua famiglia. Nel settembre del 1943 il nostro Mario, dopo tante vicissitudini, riuscì a raggiungere Torino e poi in valle Varaita aderendo ai gruppi partigiani con il nome di battaglia “Leopardo”.
Auguri e lunga vita al grande Mario.
Rossella Bottini Treves, presidente Comunità ebraica di Vercelli
(19 febbraio 2014)