Nugae – Per induzione
Ecco cos’hanno in comune storie d’inquietudini psicologiche e strampalate storie d’amore.
Il fatto che a quanto pare sono entrambe perfette per l’esordio alla regia di due attori da red carpet e occhialoni da sole. Un po’ di nomi: sono di questa settimana le notizie che Ewan McGregor dirigerà la trasposizione cinematografica del romanzo “Pastorale americana” di Philip Roth, e che Ben Stiller sarà regista di una serie tv basata su “Storia d’amore vera e supertriste” di Gary Shteyngart. Andando con ordine, confessione per confessione: non ho letto “Pastorale americana”, rimandando il confronto a un momento di sufficiente pace dei sensi per affrontarne i tormenti; ma d’altra parte non ho letto nemmeno “Storia d’amore vera e supertriste”, perché sebbene in quanto storia romantica mista a critica sociale mista a disavventure alla Woody Allen di un trentanovenne ebreo russo emigrato in America intellettualoide e tendente alla calvizie abbia attratto la mia attenzione, purtroppo la Feltrinelli è un luogo di perdizione dove si entra con un desiderio e si esce con venti; in tutto ciò per lo sdegno di amiche e fratelli che mi hanno costretta a farmi questa cultura sono giunta alla conclusione che non mi piace nemmeno Star Wars, grazie al quale McGregor si è fatto conoscere, ma in compenso mi piace da morire Moulin Rouge, in cui lui è l’uomo dei sogni e canta pure bene; e infine devo dire che Ben Stiller non mi fa sempre ridere, però un po’ sono anch’io soggetta al fascino del’umorismo demenziale di Zoolander.
Ecco dunque cosa si può imparare con scientificissimo metodo induttivo dal commentare questa doppia notizia: che se si vuole davvero sembrare abbastanza intellettuali bisogna leggere Roth, tormenti o non tormenti; che per fare ciò e inoltre poterlo anche compensare con una lettura leggera ma sempre con un appiglio perché non sia considerata pura chick lit, è necessario trovare al più presto una bella libreria piccolina con un libraio vero, di quelle in via di estinzione dove i libri sono ammonticchiati e bisogna chiedere a lui di salire su pericolanti scale a pioli per trovarli, ottenendo buoni consigli ed rimediando ai propri deficit dell’attenzione consumistici; che quelli che snobbano i musical hanno più in comune con essi di quanto credono (mica solo McGregor lo prova, ma per dirne una anche Hugh Jackman ha recitato in X-Men ma anche nei Misérables, quelli bravi fanno così); e infine “sospetto che ci sia altro nella vita che essere bello bello bello in modo assurdo. E presto scoprirò anche che cos’è”.
Francesca Matalon
(22 febbraio 2015)