Oltremare – V come vittoria

dfubiniV come vendetta. Ah, no, V come vittoria. Una mano giovane che spunta dal nulla con indice e medio alzati a fare una V, appunto. Non è un partito ma una iniziativa, non propone altro che la sostituzione di Netanyahu perché Israele ritrovi la speranza per il futuro.
Se ricorda un film americano degli anni settanta, è probabilmente perché fra i fornitori di dollari dell’iniziativa “V15” ci sono parecchi masticatori di chewing-gum. Oh, non facciamo i santerelli: Israele è nata e ha continuato ad esistere per sessantasei anni, quasi sessantasette, largamente grazie a sborsatori di dollaro sonante. E questo coinvolge tutte le parti in causa, sinistre e destre parimerito.
Bibi deve ringraziare un miliardario americano, se un quotidiano gratuito viene confezionato ogni santo giorno da anni, con l’unico scopo di farlo apparire vincente, leader specchiato, e sempre immancabilmente dalla parte del giusto, anche quando tutta la stampa meno ‘dedicata’ si pone domande serie, fino ad accusarlo coralmente – come in questi giorni – di utilizzo quantomeno discutibile dei fondi pubblici per la gestione della residenza di primo ministro.
In quanto italiana, passata attraverso vent’anni di para-regime berlusconiano, i titoli e i toni di questa campagna elettorale dovrebbero sembrarmi bazzeccole. Va anche detto che in Israele, quando necessario, i politici vengono processati, e se trovati colpevoli finiscono davvero dietro le sbarre – e non riescono invece a far approvare leggi ad personam o ad allungare i tempi perchè i reati vadano in prescrizione e chi si è visto si è visto. E questa è già una bella sicurezza.
Ma ritornando al “Vittoria 2015”, il Likud ha appena ricevuto una multa consistente per aver affermato in una conferenza stampa arrabbiatissima che “V15” lavora per l’opposizione: per Herzog e Livni direttamente.
Non ha fornito alcuna prova, ed è scattata la multa. E se fino a ieri non tutti sapevano dell’iniziativa, oggi non c’è un israeliano che non la conosca. Una mossa poco strategica, si direbbe. I commentatori commentano: Bibi ha paura, e comincia a fare errori.

Daniela Fubini

(23 febbraio 2015)