Qui Gerusalemme – Barkat, il sindaco eroe

barkatSe Dio vorrà, sarò l’ultima persona ad essere accoltellata a Gerusalemme”, l’auspicio di Avraham Goldschmidt, il ventisettenne ultraordosso accoltellato ieri a Gerusalemme da un ragazzo palestinese di diciotto anni. Una preghiera formulata da Goldschmidt durante l’incontro ieri sera con chi è arrivato in suo soccorso e ha fermato l’attentatore: il primo cittadino di Gerusalemme, Nir Barkat. Come mostrano le immagini, infatti, ad intervenire e immobilizzare l’aggressore, dopo l’attacco a Goldschmidt, è stato proprio Barkat assieme alle sue guardie di sicurezza. “Stavamo percorrendo in auto la piazza Tzahal – ha raccontato Barkat ai media israeliani – quando le mie guardie hanno scorto un terrorista armato di coltello. Ci ha minacciati con la sua arma ma noi lo abbiamo afferrato e trattenuto fino all’arrivo della polizia. Subito dopo abbiamo prestato le prime cure al ferito”.
Il video dell’intervento di Barkat è diventato subito virale sul web, facendo diventare il sindaco di Gerusalemme, vicino alle posizioni del Likud, una celebrità. “Era chiaro che l’attentatore non mi avrebbe aggredito – ha spiegato Barkat, eletto per la seconda volta alla guida della Capitale israeliana nel ottobre del 2013 – Se avesse continuano, sarebbe stato ucciso”. Il sindaco ha tenuto oggi una conferenza congiunta con il primo ministro Benjamin Netanyahu, in cui ha dato il proprio appoggio alla candidatura di quest’ultimo alla guida del Paese. “Speriamo che continui ad essere il primo ministro per ancora molti anni”, ha dichiarato Barkat, intervenendo così a favore di Netanyahu, descritto dai media come un amico personale del sindaco. Due anni fa però, per questioni di equilibri politici, il primo ministro non diede pubblicamente il proprio endorsment alla rielezione di Barkat come primo cittadino di Gerusalemme. Il suo sfidante Moshe Lion era appoggiato dal partito ultraortodosso Shas e soprattuto dall’allora braccio destro di Bibi, Avigdor Liberman, attuale ministro degli Esteri ma oramai in rotta con l’ex alleato del Likud. Per non arrivare allo scontro con Lieberman, Netanyahu evitò di esprimersi mentre a dare il proprio sostegno politico a Barkat furono i laburisti e il partito di sinistra Meretz, dimostrazione della trasversalità del personaggio.
Nel suo passato, sei anni da ufficiale nell’esercito israeliano nel reparto dei paracadutisti: sarà comandante di compagnia nella prima guerra del Libano. Lasciato l’esercito, consegue una laurea in informatica all’Università Ebraica di Gerusalemme, fondando assieme al fratello e ad alcuni amici la Brm, azienda high tech tra i pionieri nella realizzazione di software antivirus. Proprio in questo settore, dopo aver venduto la propria tecnologia al gigante Symantec, Barkat investirà nell’allora piccola start-up Check Point Software Technologies. Scelta finanziariamente azzeccata, visto che l’azienda diventerà in poco tempo una dei leader mondiali nel campo della sicurezza informatica. Dal successo nella vita privata a quello nella vita pubblica, passando però per una bocciatura: nel 2003, alla prima da candidato sindaco di Gerusalemme, perse contro l’ultraortodosso Uri Lupolianski. In quegli anni la sua posizione politica gravitava attorno al centro, e alle elezioni nazionale del 2006 appoggiò il partito fondato da Ariel Sharon Kadima. Poi quella che Tal Kra-oz su Tablet Magazine definisce un epifania politica: la svolta verso destra, che gli permise di raggiungere, al suo secondo tentativo, la vittoria alle comunali e la nomina a sindaco della Capitale.
d.r.

(23 febbraio 2015)