…certezze

Ci sono due modi di esprimere il proprio pensiero: quello partigiano della verità acquisita e quello apolide e sospeso della verità ricercata. Il primo, in difesa delle proprie indefettibili convinzioni, detta agli altri norme e verità assolute, si bea della propria superficie e si appaga della propria immagine luminosa, l’altro espone opinioni instabili e, ove necessario, la crisi di sé, impotente di fronte al reale, magari impegnato a scavare cunicoli che non portano a nessuna luce. Il primo cerca di darti la salvezza della conversione, il secondo vede chiaro nella precarietà e nel disorientamento. Da un lato c’è sempre un sole splendente, talora accecante, a illuminare la mente, dall’altra si è sempre al buio e ci si accontenterebbe della luce di un cerino. È vero che pensando certezze assolute si fa meno fatica e si rischia di vivere sereni e pacificati con se stessi, anche se non sempre con le mille sfumature del reale. Quanta invidia per i nati saputi, che non conoscono crisi perché non hanno più nulla da imparare. Quanta invidia per quelli che sparano nelle orecchie altrui le grandi verità a cui essi stessi non si attengono, e tutti intenti a insegnare si dimenticano di dialogare, quanto meno con se stessi.

Dario Calimani, anglista

(24 febbraio 2015)