L’ebraismo “dall’albero alla terra”
L’ambiente che ci circonda, i frutti della terra, i progetti per Expo 2015, le piante dai nomi evocativi: il numero di Pagine Ebraiche di marzo ha decisamente il pollice verde.
Il dossier del mese intitolato “Dall’albero alla terra” è dedicato appunto al rapporto osmotico tra l’ebraismo e la vegetazione nelle più varie sfumature: dall’approfondimento legato alle festività del botanico Roberto Jona che affronta sapientemente riti e simbologie, ai frutti nel Talmud e nei midrashim analizzati dal rabbino e biologo Gianfranco Di Segni. Viene poi raccontata la vicenda del suggestivo roseto comunale di Roma che dal 1645 ad oggi continua ad essere un antico cimitero ebraico, mentre Sara Kaminski ci svela la storia del rebbe Nachman e il principe tacchino.
Quando si parla di piccoli miracoli della natura non si può non citare Israele che ha fatto del suo deserto un’oasi lussureggiante attraverso associazioni ambientaliste come il Keren Kayemet le Israel e Beautiful Israel. Israele ha anche il primato di essere il paese maggiormente impegnato nella ricerca sui benefici della cannabis per scopi terapeutici (una riflessione interessante se si pensa come l’argomento sia al centro del dibattito dopo l’annuncio che la Orthodox Union kosher certification agency di New York sta valutando di apporre il marchio casher sulla marijuana usata per fini curativi). Chi invece volesse capire perché alcune piante hanno nomi come “Wandering jew”, ebreo errante, o “Orecchio di Giuda”, avrà pane per i propri denti. A proposito di frutta, cibo e nutrimento del pianeta a guidarci tra le novità che porterà l’Expo a Milano a partire dal 1 maggio è Ruggero Gabbai, presidente della commissione Consigliare dell’esposizione al quale sono dedicate le pagine di economia.
Dopo progetti verdi e prati in fiore, non manca uno sguardo sull’attualità ebraica locale e internazionale: grande spazio alle imminenti elezioni in Israele con approfondimenti sui diversi partiti, le campagne elettorali al suon di video pubblicitari esilaranti e le lotte nel campo dell’informazione con il braccio di ferro tra i giornali Israel Hayom e Yedioth Ahronot.
A poche settimane dall’attacco alla sinagoga di Copenaghen, si apre la riflessione sul ruolo dell’Europa alla luce della dichiarazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che invita a una alyiah tempestiva. Un’opzione respinta dal rabbino danese Jair Melchior che ha risposto:”Non bisogna trasferirsi per paura del terrorismo ma per amore di Israele”. Il giorno dopo l’attentato, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha mandato un messaggio di solidarietà alla comunità di Copenaghen: “Sono ore tremende, di indignazione e di lutto. Ma i fautori dell’odio e i nemici della libertà di espressione sbagliano se pensano di riuscire nel loro intento perché noi, gli ebrei d’Europa, non ci arrenderemo”.
Il terrore non vincerà e gli ebrei continueranno a vivere in Europa, ed è per questo che il numero di marzo ha anche diversi spunti positivi: in Italia il Senato ha approvato il decreto di legge sul reato di negazionismo della Shoah, mostrando una posizione dura contro “gli spacciatori dell’odio”, come si legge dalle parole della senatrice Silvana Amati.
L’intervista del mese a firma di Piera Di Segni è poi dedicata allo scrittore israeliano amatissimo in Italia Amos Oz e al suo ultimo libro “Giuda” (ed. Feltrinelli). A riflettere sul libro di Oz e il concetto di tradimento anche lo storico Francesco Lucrezi.
Se solo la conoscenza permetterà di fare passi in avanti e sconfiggere la paura del diverso, le pagine 4 e 5 che analizzano l’indagine della SWG rielaborata da Pagine Ebraiche sulla percezione che si ha delle minoranze saranno di indubbio valore. Così come lo sono gli articoli degli opinionisti e collaboratori di questo mese: il demografo Sergio Della Pergola affronta lo scottante tema sul futuro degli ebrei d’Europa, Anna Segre elabora la connessione tra la festa di Purim e la risata, David Bidussa riflette amaramente sulle celebrazioni del prossimo 25 aprile. C’è poi il viaggio percorso da Reuven Ravenna per capire cosa è cambiato negli ebrei italiani dal Novecento ad oggi e la recensione di Daniela Fubini del nuovo libro della scrittrice Manuela Dviri. Hulda Liberanome ci racconta una storia a passo di Klemzer mentre Davide Assael apre nuovi spunti di dibattito e Gadi Polacco affronta il tema del gemellaggio tra la città di Livorno e Gaza. Anna Momigliano ci svela la figura del ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman mentre Claudio Vercelli traccia l’economia del terrorismo. Aviram Levy getta nuova luce sulla sicurezza informatica made in Israel e infine Anna Mazzone tratta l’annoso tema dei lupi solitari che terrorizzano l’Occidente.
Bisogna rimboccarsi le maniche giunti alla sezione Cultura di questo mese: a rovistare tra le macerie del Balkan di Trieste dato alle fiamme nel 1920 durante un’agghiacciante azione squadristica è il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale. Ampio spazio poi alla mostra Judaica Pedemontana alla Biblioteca Nazionale di Torino che fino al 6 aprile metterà a disposizione libri ebraici rari, argenti e oggetti liturgici grazie all’impegno della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici Italiani, mentre Susanna Scafuri ci fa buttare un’occhio anche sulla coraggiosa mostra del Museo Ebraico di Berlino dedicata alla circoncisione. Presentati poi i nuovi numeri della prestigiosa rivista Rassegna Mensile d’Israel che volta pagina: il direttore Giacomo Saban lascia infatti il posto ad un comitato di direzione ma resterà parte del prezioso comitato scientifico. Nello spazio dedicato al cinema Daniela Gross apre due diversi orizzonti: i film israeliani protagonisti al Eestival di Locarno e il film di prossima uscita “Sfumature di verità” che vuole dimostrare il ruolo di Pio XII come salvatore degli ebrei durante la Shoah che verrà presentato a Cannes. A cento anni dal genocidio degli armeni a rievocare la tragedia sono la storica Anna Foa e la sociologa Maria Immacolata Macioti.
Anche questo mese non mancano poi le preziose lezioni dei rabbanim: rav Somekh rievoca il 7 di adar del 5587 (1827) a Mondovì, rav Gianfranco Di Segni racconta della pazienza del maestro Hillel e il sofer Amedeo Spagnoletto riflette sull’antisemitismo.
Il rombo della pagina di sport dedicata ai motori ci dà infine un passaggio ai sapori: Pagine Ebraiche chiude come di consueto in dolcezza con la ricetta firmata dalla chef Laura Ravaioli delle appetitose “manfardine”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(27 febbraio 2015)