Time Out – Alleanze
Il discorso che Netanyahu terrà al Congresso ha riaperto le polemiche sulle relazioni tra Usa e Israele. Non per niente tra le principali accuse che vengono rivolte al Primo ministro uscente c’è proprio quella di aver contribuito a deteriorare i rapporti con il principale alleato.
Questo è vero, i rapporti con l’America non sono più quelli di una volta, eppure sembra che si sottovaluti come, quasi per paradosso, il falco Netanyahu sia quello che gode dei migliori rapporti con i paesi arabi dalla creazione dello Stato d’Israele, più di quanto abbia mai fatto un premier di sinistra.
Volete sia il caso o le contingenze, ma ad oggi Israele gode di rapporti con i propri vicini inimmaginabili fino a poco tempo fa. L’Egitto di Al Sisi è ormai un alleato fedele condivide le preoccupazione d’Israele su Hamas. Ma è nei paesi fino a poco tempo fa dichiaratamente ostili che Israele e Netanyahu hanno trovato alleati inaspettati.
Nessuno si sarebbe mai immaginato che l’Arabia Saudita potesse un giorno rappresentare un alleato, seppur non ufficiale, d’Israele nel contenimento dell’Iran. La stessa nascita del Califfato ha modificato la percezione d’Israele in molti paesi del Medio Oriente e la lotta comune al terrorismo imporrà ad altri paesi arabi di avvicinarsi ad Israele più di quanto sia avvenuto in passato. Cosa porterà questo non è dato saperlo, ciò che è interessante è che nonostante la disastrosa politica estera di Obama, Israele sia riuscita, nonostante tutto, a rimanere forte sul piano internazionale. Un successo non scontato, soprattutto per chi pensava che Israele dipendesse esclusivamente dall’appoggio incondizionato degli Stati Uniti.
Daniel Funaro
(26 febbraio 2015)