I Giusti

Daniele-RegardCi sono persone che entrano nelle nostre vite per caso o forse è meglio chiamarlo destino.
Oggi vi racconto la storia di Gino ed Esterina Scarlatti.
Se sono qui oggi, lo devo anche a loro.
Pochi giorni prima della deportazione degli ebrei di Roma il 16 ottobre 1943, Mario e Elena Della Torre (i miei bisnonni) decisero di nascondersi con la figlia Rossana (mia nonna) e il figlio Giacomo, per paura delle persecuzioni nazi-fasciste.
Lasciarono la loro casa e si separano: Mario nascosto nel magazzino del suo negozio, i bambini ed Elena a casa di un amico. Dopo pochi giorni, Mario cominciò a temere che quel posto non fosse abbastanza sicuro per la propria famiglia e decise di cercare un rifugio migliore.
Per caso, incontrò il suo conoscente Gino Scarlatti, impiegato in una società di sigarette, che gestiva anche un piccolo laboratorio di rilegatura proprio sotto il suo appartamento.
È stato proprio grazie a questa seconda attività che Scarlatti conobbe Mario (i miei bisnonni lavoravano con la carta).
Nella testimonianza a Yad Vashem, Volfango Masciocchi, fratello di Esterina Scarlatti, racconta del proprio lavoro tra il 43 e il 44 nel quartier generale dell’esercito italiano e di come venne a sapere della
famiglia Della Torre. Lui e gli altri membri della famiglia giurarono di mantenere il segreto e contribuirono a mantenere con i viveri la famiglia di mia nonna. Volfango ricorda che Esterina fu la
coordinatrice di tutta l’operazione. I Della Torre rimasero nascosti per ben nove mesi, vietando ai
bambini di giocare o fare rumore perché sarebbe stato troppo pericoloso.

Qui sotto la breve testimonianza di mia nonna Rossana.

“Appena sentì quello che stava accadendo, Scarlatti offrì rifugio a mio padre per tutti noi nel suo laboratorio, anche se sapeva benissimo che il quel modo avrebbe messo in pericolo la propria famiglia. Mio
padre accettò con gratitudine e ci nascondemmo a casa loro per nove mesi. Gino Scarlatti e la moglie Esterina vivevano al primo piano, noi eravamo nascosti nell’officina che per quei nove mesi non venne
utilizzata. Per tutto il tempo che rimanemmo lì, la famiglia Scarlatti si prese cura di tutti noi. Ci portavano cibo e vestiti, fecero di tutto per aiutarci”.

Il 26 marzo 2008 Yad Vashem riconobbe Gino e Esterina Scarlatti come Giusti tra le Nazioni.

Daniele M. Regard

(4 marzo 2015)