Siria, una pace per battere l’Isis
La diplomazia, anche italiana, sta lavorando per avviare le trattative in Siria che portino a una pace tra il regime di Assad e i ribelli. Le forze occidentali avrebbero rinunciato alla deposizione del raiss, scrive Paolo Mastrolilli su La Stampa, come condizione per un accordo di pace e stanno lavorando con le opposizioni al regime per creare un governo di unità nazionale. A fare da mediatori, diversi protagonisti della politica mediorientale: gli Stati Uniti, la Russia e soprattutto l’Iran, che ha ormai il controllo diretto di alcune zone della Siria, in particolare quelle sul Golan, scrive Mastrolilli, a pochi passi dal confine con Israele. Washington, Mosca e Teheran starebbero mediando per un accordo con una transizione morbida legata al dittatore Assad, un piano per pacificare l’area e poi sferrare un attacco congiunto contro l’Isis, che nella Siria distrutta ha trovato terreno fertile in cui crescere. I terroristi del Califfato, intanto, stanno cercando di impadronirsi in Libia, con ogni forma di violenza, dei pozzi petroliferi, come racconta Maurizio Molinari su La Stampa.
La decisione della London University, “una schifezza antisemita”. Così Pierluigi Battista sul Corriere della Sera definisce “il voto a maggioranza con cui l’Università di Londra ha decretato l’ostracismo contro gli studenti israeliani, i libri israeliani, le ricerche israeliane” che secondo l’editorialista, “non può essere trattato con giudizi diplomatici, con cautele eufemistiche”. Battista denuncia la il voto referendario interno all’università londinese come un “’aggressione morale contro lo Stato degli ebrei, proprio adesso che l’antisionismo radicale, la negazione dello Stato di Israele a esistere, è diventato per i fondamentalisti l’arma per massacrare gli ebrei che vivono in Europa”. E poi lancia un appello a una “raccolta di firme tra gli accademici europei contro l’antisemitismo dei loro colleghi londinesi”.
Salvini, populismo calcistico. Polemica a suon di tweet tra il leader della Lega nord Matteo Salvini e il calciatore del Liverpool Mario Balotelli. Il primo apostrofato malamente il giocatore del Milan Sulley Muntari dopo la partita pareggiata dai rossoneri contro il Verona: “Gli immigrati che lavorano bene sono i benvenuti. Quindi Muntari può tornare a casa sua”, aveva scritto Salvini, ricevendo la risposta di Balotelli, “ma è serio?”, “e pure un politico. Allora votate me, è meglio”. Salvini si è difeso affermando fosse solo una battuta (Corriere della Sera). “Sul razzismo — dichiara a Repubblica Emanuele Fiano, capogruppo Pd in commissione Affari Costituzionali — non si fanno battute. I problemi dell’immigrazione vanno risolti, non usati per aumentare i followers con sparate a sfondo razzista”. Polemiche anche per un brutto caso a Bologna da chiarire in cui una discoteca ha deciso di non fare entrare dei ragazzi di colore per presunte ragioni di sicurezza (Repubblica Bologna).
Roma e la sicurezza della Comunità. Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, insieme al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e al presidente della Comunità ebraica capitolina Riccardo Pacifici, incontrerà oggi il capo della polizia Alessandro Pansa e il questore della capitale Nicolò D’Angelo per fare il punto sulla questione sicurezza (Messaggero).
Pio XII e la soap di dubbia qualità. Il Foglio torna sulla stroncatura del film Sfumature di verità su papa Pacelli fatto da Pagine Ebraiche così come dall’Osservatore Romano. L’Osservatore l’aveva definito un tentativo maldestro. “Parole che si accordano con quelle lette su Pagine ebraiche – scrive il Foglio- organo dell’Unione delle comunità ebraiche italiane: ‘Vicende drammatiche che hanno segnato indelebilmente i destini di milioni di persone sono degradate alla stregua di una goffa soap opera di dubbia qualità’ (Conti Cds)”.
Schweich, politico suicida vittima degli insulti e del pregiudizio antisemita. Il Foglio riporta l’articolo scritto da Kathleen Parker sul Washington Post in cui si ricostruisce l’inquietante storia di Tom Schweich, candidato governatore del Missouri, suicidatosi una settimana fa. Per screditarlo, i suoi avversari avevano imbastito una campagna elettorale, usando anche il pregiudizio antisemita: Schweich, si legge nell’articolo, era un cristiano episcopale con antenati ebrei da parte del nonno. “Assurdo dover perdere tempo a fare questa distinzione – scrive Parker – Il fatto che la religione venga usata come una ragione per votare contro una persona qualificata è nauseante”.
Netanyahu e i palestinesi. Sul Corriere una lettera in cui si attacca il primo ministro Benjamin Netanyahu perché non ha citato la questione palestinese nel suo discorso al Congresso, il cui tema però era l’Iran. Nella lettera si attacca anche l’ambasciatore israeliano in Italia, reo di aver espresso la propria posizione sulla mozione sul riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del parlamento italiano.
Da Israele, la batteria-lampo. “Si chiama FlashBattery e promette di ricaricarsi in un lampo. È una batteria per smartphone che in un solo minuto riesce ad accumulare energia sufficiente per durare tutto il giorno” ed è stata “realizzata dalla startup israeliana StoreDot” (Corriere della Sera).
Daniel Reichel
(9 marzo 2015)