Motivazioni insulse

polaccoLa sentenza livornese del 6.3.15 secondo la quale fare il saluto fascista non è reato (partita Livorno-Verona del dicembre 2001), imputati alcuni tifosi scaligeri, è uno dei tanti e contraddittori episodi visti in materia in Italia, complice evidentemente anche una storica carenza di chiarezza e coraggio nel fare i conti con il passato fascista.
Ciò che mi lascia allibito, più che la sentenza, è quindi leggere che tra le motivazioni difensive, avanzate dai legali degli imputati,vi è anche quella che “non c’è stato nessun atto discriminatorio per quello che riguarda la razza, la religione e la nazionalità, visto che si tratta di due tifoserie italiane che professano la religione cristiano cattolica”.
Ove non si trattasse di un abbaglio dell’articolista che ha comunque virgolettato il passaggio, mi pare che questa “motivazione” sia quanto di più incredibile e insulso si possa leggere.
Ancor più grave sarebbe se questa assurdità fosse stata considerata accettabile dal giudice, cosa che sapremo quando verranno diffuse le motivazioni della sentenza.
Insomma, pare che per i legali che hanno difeso i quattro imputati non vi possa essere posto,almeno in queste due tifoserie, per non credenti, ebrei, islamici, buddisti, cristiani non cattolici etc.
Una simile amenità mi appare peraltro offensiva anche per gli amici cattolici, ai quali esprimo la mia solidarietà per l’assurdo accostamento.
Ai legali in questione mi permetto di suggerire, quindi, una lettura assai cattolica che gli sarebbe stata estremamente utile: “Vangelo nei lager”, di Don Roberto Angeli, sacerdote che dal campo di Fossoli, successivamente a Bolzano, approdò infine a Mauthausen e, rientrato a Livorno , qui morì nel 1978.
Non è mai troppo tardi, per dirla con il compianto Maestro Manzi.

Gadi Polacco

(8 marzo 2015)