Storie – Hitchcock e i Lager
Quando all’inizio del 1945 gli Alleati liberarono i primi Lager e le immagini crude dell’orrore della deportazione, riprese dalle 16mm in dotazione all’esercito, arrivarono a Londra, Sidney Bernstein, co-fondatore nel 1925 della London Film Society, convinse la Divisione guerra psicologica del Quartier generale delle forze di spedizione alleate a produrre un film “destinato in maniera specifica ai tedeschi, che fosse la prova inattaccabile delle loro atrocità”. Il titolo provvisorio del documentario era “German Concentration Camps Factual Survey”, ovvero “Un’indagine fattuale sui campi di concentramento tedeschi”. A chi farlo girare? Come ha raccontato Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera, Bernstein suggerì il nome di Alfred Hitchcock, “infaticabile antifascista e militante contro l’antisionismo”, collaboratore negli anni Trenta del ministero dell’Informazione. Hitchcock accettò la proposta dell’amico, viaggiando in nave dagli Usa in Inghilterra e mettendosi al lavoro a giugno, con un team composto dallo scrittore inglese Richard Crossman, dal corrispondente di guerra australiano Colin Wills (autore della sceneggiatura) e dal montatore Peter Tanner. Il regista si dedicò soprattutto al montaggio, privilegiando in particolare le riprese in continuo, le panoramiche, “perché nessuno potesse dire che quelle immagini erano state manipolate per falsificare la realtà”. Ma nell’agosto 1945 il clima politico internazionale indusse gli inglesi a rinunciare al progetto. La guerra fredda con l’Urss incombeva e non si voleva colpevolizzare ulteriormente la Germania, che doveva rappresentare l’avamposto dell’Occidente contro le mire sovietiche in Europa. E così l’incarico fu revocato e il materiale prodotto da Hitchcock in quelle settimane venne archiviato in uno scantinato dell’Imperial War Museum di Londra, sotto la sigla F3080.
Il regista tornò a Hollywood per girare uno dei suoi capolavori, Notorius. Settant’anni dopo un regista, André Singer, ha ottenuto l’autorizzazione a lavorare sul materiale di Hitchcock e ha realizzato un documentario prezioso, intitolato Night Will Fall, con la voce narrante di Helena Bonham Carter, già andato in onda sulla rete franco-tedesca Arte e sull’inglese Channel 4. Il documentario propone le immagini sconvolgenti, in gran parte inedite, della liberazione di undici Lager, tra cui Bergen-Belsen, Dachau, Buchenwald, Ebensee, Mauthausen, Majdanek. Singer ha rintracciato anche i quattro operatori militari dell’epoca (gli inglesi Mike Lewis e William Lawrie, l’americano Arthur Mainzen e il sovietico Aleksandr Vorontsos), intervistandoli assieme ad alcuni ex deportati sopravvissuti e al pubblico ministero dell’accusa al processo di Norimberga.
Mario Avagliano
(10 marzo 2015)