Qui Genova – La seconda volta del Purim Show. Stare insieme con un occhio alla solidarietà

genova purimIncentrata sul tema dell’umorismo ebraico, la seconda prova di Purim Show a cura del gruppo teatrale della Comunità ebraica di Genova (appuntamento al 29 marzo) si presenta come un nuovo momento di leggerezza e divertimento ma anche come un’occasione per offrire sostegno alle persone che versano in condizioni difficili di salute. Ne parliamo con il suo ideatore Silvio Sciunnach.

Silvio, cosa è Purim Show?
Purim Show in senso stretto è lo spettacolo di Purim. Sottolineo spettacolo e non recita perché viene portato in scena in un vero teatro e in modo strutturato. Lo scorso anno abbiamo realizzato il primo Purim Show, portando in scena la storia di Purim (se volete vederlo cercate su youtube “Purim Show Genova”). In senso lato questo spettacolo è nato come uno stimolo per ricreare un gruppo di amici, amici che si conoscono fin da piccoli. Gruppo che fino a ieri non esisteva più perché, purtroppo, non avendo una scuola ebraica, essendo una piccola Comunità, ognuno sviluppa anche altre amicizie.

Quest’anno siamo alla seconda edizione.
Sì, è vero. Organizzare e gestire tutti è davvero massacrante, ma alla fine è divertente. La seconda edizione l’abbiamo impostata con il tema dello humor ebraico e della musica kletzmer. Rappresenteremo alcuni aspetti della vita ebraica presentandoli in modo divertente, conditi con ottimo accompagnamento musicale.

Come è nata questa esperienza?
L’idea mi è venuta nel 2013, quando mancava circa due, tre mesi a Purim. Volevo rifare la recita di Purim, come quando eravamo bambini. Però non c’era tempo ovviamente. Allora ho iniziato a parlare con i miei amici di infanzia proponendo loro questa idea in vista del 2014. Ho avuto subito grandi adesioni. Il primo passo è stato quello di trovare un copione adatto, tradurlo e ammodernarlo un po’. Così siamo arrivati a Purim Show 2014. Per lo spettacolo di quest’anno invece siamo partiti a lavorarci in estate, cercando copioni in giro per il mondo. A settembre abbiamo iniziato le traduzioni e le scremature. Ora siamo in mezzo alle prove e ai dettagli tecnici.

C’è anche un fine nobile. Ce ne vuoi parlare?
Sì. Dato che nel 2014 abbiamo fatto il pienone a teatro, quest’anno abbiamo deciso di abbinare all’evento uno scopo benefico. Tutto quello che riusciremo a raccogliere dalle donazioni e dagli sponsor, escludendo i costi vivi, verrà devoluto a favore della Gaslini onlus in modo che i bambini del Gaslini possano affrontare i loro problemi in modo più leggero. Se qualcuno volesse contribuire con una piccola donazione può contattare la segreteria della Comunità ebraica (010.813359). A tal proposito voglio ringraziare tutti gli sponsor che hanno aderito alla nostra iniziativa, sperando di trovarne ancora qualcuno: Latte Tigullio, Gustofino, Istituto Ottico Isolani, Barabino & Partners, Rustichelli Banqueting, Athos e Costa Edutainment. Inoltre devo ringraziare l’orchestra Bailam che suonerà la musica kletzmer e Flavia Cantini, la nostra videomaker. Infine un ringraziamento speciale ad Andrea Dupont, un amico, che ci sta aiutando moltissimo.

Cosa vi ha spinto a provare questa esperienza? Cosa pensate possa lasciarvi, come singolo e come Comunità? Queste le domande che abbiamo rivolto ad alcuni partecipanti.

Ramona Brusco (29 anni):
1) Sicuramente l’amicizia e la voglia di fare. Il teatro è bellissimo perché ogni volta sei una persona diversa, a volte nemmeno ti piace il personaggio che devi rappresentare ma è anche questo un modo per crescere e conoscere soprattutto te stesso. Voler trasmettere un po di noi ad un pubblico non solo “ebraico”. È stato un modo per uscire dal guscio ed imparare a convivere.

2) Non mi aspetto di cambiare nulla anche perché sono la persona meno adatta a farlo. Però spero che questi interventi con giovani al centro dell’attenzione, domani siano un modo per spronare i ragazzi a partecipare agli eventi della Comunità e spero che i meno giovani siano pronti a dare un po’ di spazio utile e prezioso a noi. In poche parole spero che diminuisca il “bigottismo” di ieri per dare spazio al futuro di domani.

Alda Dadusc (64 anni):
Diversi sono i motivi che portano delle persone razionali e totalmente prive d’esperienza a cimentarsi in una recitazione teatrale. Il primo è sicuramente il divertimento, a volte esilarante, che le prove e le varie difficoltà che si incontrano provocano. Si arriva all’appuntamento con gli altri “teatranti” stressati e spesso di cattivo umore ed un momento dopo si ride come se si avesse sei anni. Credetemi, è impagabile. Inoltre, il teatro è traversale, cioè unisce le generazioni ed i sessi, poiché lo scopo ultimo è fare sì che la performance riesca bene, sia godibile, credibile, accettabile.
Il primo spettacolo è andato in scena l’anno scorso e da allora si è costituita la “compagnia instabile” della Comunità di Genova ovverossia il gruppo del teatro. Gruppo che si è allargato e che ha sviluppato un attaccamento tra i componenti che, oltre la comune radice comunitaria, ha scoperto un affiatamento che si riversa anche a favore del Tempio.
Diversi sono i ragazzi che si fermano per le funzioni, per le cene, per le assemblee. L’affetto nasce e viene sedimentato da un’esperienza comune importante per una comunità dove non c’è più una scuola ad aggregare.

Sara Vitale (33 anni):
1) Per quanto mi riguarda, la recita di Purim dello scorso anno ha rappresentato una piacevolissima esperienza; quest’anno abbiamo pensato ad uno spettacolo comico più composito nelle tematiche, pur mantenendo la nostra natura comica ed autoironica. Abbiamo letto molti copioni, tradotto quelli più divertenti e più rappresentabili dalla nostra Compagnia, che è armata del massimo entusiasmo nonostante un budget e competenze artistiche “fai da te”. I copioni scelti sono davvero brillanti, tradurli e metterli in scena si sta rivelando interessante, divertente, stimolante.

2) È un’ottima occasione per frequentare tanto gli amici di sempre quanto persone con cui diversamente non avremmo avuto l’occasione di approfondire la conoscenza. Io per esempio non sono molto osservante, e raramente presenzio alle funzioni religiose…non ho mai frequentato così tanto la Comunità come da quando partecipo alla realizzazione della Recita di Purim! Ed è anche, secondo me, un’ottima occasione per fare conoscere l’Ebraismo a chi non ne sa nulla, in modo ironico e non didascalico, ma non per questo meno efficace. Insomma, ben vengano iniziative come questa: dimostrano che anche in una Comunità come Genova (non certo tra le più numerose d’Italia) ci siano idee creative per stare insieme, fare cultura, e ultimo ma non ultimo, divertirsi!

Angiolo Chicco Veroli (37 anni):
È il secondo anno che partecipo alla recita di Purim. Ovviamente non siamo attori, ma ci mettiamo impegno e, ognuno nel proprio piccolo, facciamo sacrifici per rubare un po’ di tempo alle mille attività quotidiane e trovarne da dedicarne alle prove. Lo scorso anno è stato un successo inaspettato, su più fronti. Abbiamo cementato un’amicizia tra gli “attori” che non avevano occasione di vedersi così spesso da diversi anni; abbiamo tutti lavorato insieme con un unico obiettivo; siamo riusciti a portare a teatro (quasi) tutta la comunità, ed anche quella “comunità allargata” fatta di iscritti e non, ebrei ma non solo, che ha avuto modo di ritrovarsi per un evento lieto. Ah, anche lo spettacolo (sia il nostro che il coro) è piaciuto molto. Le comunità sopravvivono se, oltre al comune denominatore della religione, trovano le giuste motivazioni per incontrarsi. Portare tutti a teatro è stata quindi una grossa soddisfazione che ha pienamente ripagato i sacrifici fatti.
Quest’anno sarà difficile ripetersi, ormai abbiamo creato delle aspettative. Il pensare che la nostra comunità è in attesa di ritrovarsi ancora una volta, tutta insieme a teatro (un po’ come intorno al Seder di Pesach) ci rende orgogliosi e felici di aver fatto qualcosa per mantenerla in vita ed attiva.

(13 marzo 2015)