spiritualità…
Se il Kotzker Rebbe fosse vivo oggi, guarderebbe con orrore alla sostituzione della spiritualità ebraica con l’estetica, della spontaneità chassidica con il decoro.
Condannerebbe con veemenza il concetto per cui l’ebraismo viene presentato solo come un insieme norme, di abitudini, costumi e cerimonie: la riduzione dell’ebraismo ad una mera adesione esteriore a leggi; a strette osservanze mischiate con la disonestà, alla esecuzione dei rituali come forma di opportunismo ipocrita.
Il Kotzker cercava di estirpare le anime ebraiche dai loro autocompiacimenti ipocriti. Insegnò, prima di ogni altra cosa, che la spiritualità ebraica non si eleva al di là dell’aspetto etico e che le due dimensioni sono inseparabili.
Nel XIX secolo il Kotzker torreggiò come figura di grandezza morale e audacia di spirito. E tuttavia il suo spirito e i suoi accenti sono forse già quelli dell’era del dopo Auschwitz. Chi sarà in grado di ascoltarli? E tuttavia alcuni di noi getteranno finalmente la maschera: le nostre presunzioni e ipocrisie, le nostre nozioni distorte e corrotte; e forse allora la redenzione messianica potrà avere inizio.
Paolo Sciunnach, insegnante
(23 marzo 2015)