Milano, governabilità lontana

Tentazioni egemoniche frustrate, ma anche governabilità tutta in salita, per il nuovo Consiglio della Comunità ebraica di Milano con il risultato che pare delinearsi in queste ore sulla base della consultazione elettorale anticipata provocata dalle dimissioni di un gruppo di Consiglieri.
L’elettorato ha espresso un risultato di effettivo equilibrio fra i due schieramenti che già nel Consiglio precedente si contendevano la supremazia, assegnando a ciascuno otto Consiglieri e ponendo quindi in una posizione arbitrale la candidata indipendente Antonella Musatti, unica eletta fra i candidati al di fuori degli schieramenti.‎
Ogni ipotesi, anche sull’assegnazione della Presidenza resta aperta e la costruzione di un equilibrio stabile si annuncia complicata non solo dai dati numerici, ma anche dalle tensioni moltiplicatesi nel corso di una campagna elettorale molto accesa e esacerbate da interventi e influenze provenienti da ambienti estranei a quelli della realtà ebraica milanese.
‎Comincia così a delinearsi il futuro del Consiglio della Comunità ebraica di Milano, chiamato a gestire una delicatissima situazione di crisi economica, organizzativa e politica.
Si sono conclusi poche ore fa gli scrutini per l’elezione della nuova dirigenza comunitaria, svoltisi nella giornata di ieri. I risultati vedono la nomina di otto Consiglieri per parte per le due liste WellCommunity e Ken/Lechaim a cui si aggiunge – a completare il quadro di 17 membri del Consiglio – Antonella Musatti, candidatasi da sola.
Il primo degli eletti risulta Raffaele Besso, Assessore al Bilancio del Consiglio precedente nonché capolista di WellCommunity, seguito da Milo Hasbani, capolista di Lechaim, e da Musatti. Poi l’ordine degli eletti prevede Davide Hazan, Sara Modena, Claudia Terracina, Daniele Misrachi, Rami Galante, Vanessa Alazraki, Davide Romano, Ilan Boni, Daniele Schwarz, Joyce Bigio, Margherita Sacerdoti, Davide Nassimiha, Andrea Levi e Gadi Schoenheit.
Primo dei non eletti, a distanza di nove voti, Michele Boccia della lista Community in Action. Oltre a lui, rimangono fuori, un candidato per ciascuna delle due liste WellCommunity (Daniele Leoni) e Ken/Lechaim (Massimiliano Tedeschi), che avevano presentato 9 nomi da eleggere (il massimo consentito), assieme ai candidati delle liste Pro Israele per la Comunità, Community in Action e Shalom.
Per quanto riguarda l’affluenza, si attesta sulle percentuali delle scorse elezioni (2012), attorno al 35 per cento, ed inferiore al 41,5 raggiunto nel 2010. Molti elettori, in questa tornata, hanno fatto uso della possibilità di votare nomi appartenenti a liste diverse (fino ad un massimo di nove).

Daniel Reichel

(23 marzo 2015)