…Germania

Dopo l’omicidio di centoquarantanove passeggeri, l’amministratore delegato di Lufthansa ha confermato la sua assoluta fiducia nei suoi piloti, aggiungendo che “Sono e restano i migliori del mondo”. Sconcertante. Come se la gente non avesse l’intelligenza minima per chiedersi come mai un pilota che ha problemi sia di vista che di equilibrio mentale possa sedere al suo posto senza che una regolare procedura di controllo lo fermi a terra e gli eviti di commettere un massacro. La domanda per l’amministratore delegato di Lufthansa, il cui acume non sembra pari all’arroganza, è: quanti altri superlativi piloti di questo genere operano per la sua compagnia? Ma, soprattutto, quando in Germania si smetterà di pensare che una nazione possa credersi e dichiararsi, in qualsiasi campo dell’agire umano, “la migliore del mondo”? Come se tanta boria non avesse già sortito a suo tempo i suoi nefasti risultati. So che questa è una generalizzazione, che fa il paio con quella dell’amministratore di Lufthansa, ma la frase citata risuona odiosa agli orecchi dei sani di mente, e richiama certa politica economica non troppo distante nel tempo. L’atteggiamento è sempre stranamente lo stesso e, per fortuna, se ne sono accorti anche quelli di Der Spiegel, che di questa arroganza sono stati spesso splendidi protagonisti e portavoce. Rincuora la certezza che tanta Germania è sicuramente diversa. E speriamo bene.

Dario Calimani, anglista

(31 marzo 2015)