…Knesset

La ventesima Knesset è stata inaugurata festosamente ieri. Il primo giorno è tradizionalmente quello dei sorrisi e degli abbracci. Per due ore il laburista Amir Perez ha svolto la funzione rituale di presidente del Parlamento in quanto deputato con maggiore anzianità, sostituito poi dal rieletto speaker permanente Yuli Edelstein del Likud. Israele si è dato una Knesset molto divisa e combattiva. Una ventina i deputati della zona di Gerusalemme e altrettanti quelli di Tel Aviv, circa 25 quelli delle città della pianura centrale, una decina quelli di Giudea e Samaria, una decina anche quelli del sud, una dozzina quelli del nord, più i rappresentanti dei kibbuzim e dei moshavim sparsi un po’ dappertutto, e quelli delle città e cittadine arabe. Questa Knesset non proprio rappresentativa della geografia dei suoi abitanti nelle prossime settimane dovrà dara vita a un governo di coalizione. Sarà un governo complicato fin dalla nascita per via del grande frazionamento dei partiti e delle richieste per lo più di politica economica incompatibili le une con le altre. Il Likud sembra meno impegnato a fare proposte programmatiche di quanto non sia nel dirimere la competizione fra i partiti e all’interno dello stesso Likud per i posti di ministro. Molti i pretendenti e alte le ambizioni di ciascuno. Se prevalesse l’idea di confermare la legge attuale che limita a 18 i posti ministeriali, la soluzione sarà difficilissima, e molti saranno i delusi. Sarà questa la prima prova di Benjamin Nethanyahu. Rigore amministrativo e molti malcontenti in casa, o posti per tutti a spese del bilancio pubblico?

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(2 aprile 2015)