Israele – Governo dalle larghe intese, l’ipotesi torna in campo
“Non sto cercando di affossare un accordo. Sto cercando di affossare un cattivo accordo”. Così il primo ministro Benjamin Netanyahu ha commentato la sua intenzione di far saltare l’intesa di massima sul nucleare iraniano annunciata pochi giorni fa a Losanna dal gruppo dei 5+1 (Usa, Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia più la Germania) con Teheran. Netanyahu ha ribadito ieri che l’accordo raggiunto – che dovrà essere definito entro il prossimo 30 giugno – costituisce una minaccia per Israele. Una sensazione diffusa e trasversale nella politica israeliana tanto che alcuni giornali ipotizzano che l’intesa di Losanna potrebbe aprire un nuovo scenario sul fronte interno, nella formazione del prossimo esecutivo di Gerusalemme: si parla infatti nuovamente di un governo di unità nazionale guidato dal Likud di Netanyahu e supportato dai laburisti dello sconfitto Isaac Herzog. Una compagine che servirebbe a Gerusalemme per presentarsi agli Stati Uniti di Barack Obama con un volto più moderato rispetto all’opzione di un governo di destra. Un’idea che sembra comunque più una speculazione giornalistica piuttosto che una strada realmente percorribile, nata dalle parole del parlamentare laburista Eitan Cabel. Quest’ultimo aveva espresso il suo sostegno a Netanyahu sull’Iran, ribadendo però ieri che questo non implica un appoggio alla sua politica interna.
Intanto Obama, intervistato dal New York Times Thomas Friedman, ha rivendicato il risultato di Losanna, cercando di calmare le acque con Israele, definendo le critiche di Gerusalemme “comprensibili” ma sostenendo che l’accordo con l’Iran costituisce un’opportunità unica per la pace. “Se qualcuno minaccia Israele, gli Stati Uniti saranno presenti” ha dichiarato Obama, cercando di tranquillizzare Israele di fronte al pericolo iraniano. Sarebbero inoltre pronti nuovi finanziamenti da parte della Casa Bianca per sostenere la difesa dello Stato ebraico.
(6 aprile 2015)
(6 aprile 2015)