L’Anpi con la Brigata Ebraica. E a Roma Nassi si dimette

brigataAnnuncia le proprie dimissioni il presidente dell’Anpi Roma Ernesto Nassi, motivando questa decisione con il mancato gradimento per un comunicato emesso dai vertici nazionali dell’associazione in cui si chiede al Comune di prendere in gestione il corteo del 25 aprile dopo le spaccature e le nuove manifestazioni di intolleranza nei confronti della Brigata Ebraica emerse negli scorsi giorni.
L’intervento del presidente Anpi Carlo Smuraglia, arrivato a seguito di un colloquio con il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, costituisce un chiaro monito contro lo svilimento del significato della ricorrenza. Nella nota, diffusa ieri mattina a mezzo stampa, si legge infatti che non è concepibile “che le manifestazioni del 25 Aprile siano contrassegnate da incidenti, come da anni accade a Roma” e che certamente non deve restare esclusa dal corteo del 25 Aprile la Brigata ebraica, “che rappresenta combattenti per la libertà”.
Un ruolo riconosciuto dalla Storia con le molte operazioni decisive svolte nella Campagna d’Italia, non ultima lo sfondamento della Linea Gotica al fianco del Gruppo di Combattimento Friuli e la liberazione di molte città del centro Italia.
Eppure c’è chi, già da qualche anno, ha dimostrato memoria corta e preferito offrire il fianco a chi, nella Liberazione, non ha alcun ruolo. Prova ne è la presenza di sigle quali Fronte Palestina, Rete Romana Palestina e Rappresentanza Palestina in Italia alla riunione preparatoria al corteo a seguito della quale l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti aveva annunciato il proprio rifiuto a sfilare ritenendo inaccettabile che rappresentanti della Liberazione fossero messi al bando “solo ed esclusivamente per intolleranza”.
Nella nota diffusa ieri dall’Anpi viene così sottolineato come sia necessario evitare la presenza al corteo di bandiere di paesi stranieri “rappresenti motivi di scontro” e allo stesso sia data una collocazione distinta “rispetto ai simboli e alle bandiere delle forze partigiane”.

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(9 april2e 2015)