destino…
Anno 1944 – Scendemmo dal treno e trovammo ad attenderci uomini in divisa che urlavano parole incomprensibili. I latrati dei cani, pronti ad azzannare i prigionieri, ci mettevano il terrore. Poi notai in mezzo alla rampa, ben piantati a terra, due bastoni, uno verticale e l’altro orizzontale. Era questa una delle invenzioni di Mengele, capo del campo. I due bastoni erano legati l’un l’altro sì da formare una croce. Ordinarono ai bambini di passare sotto l’asse orizzontale. Quelli che la raggiungevano o la superavano venivano messi a destra, i più bassi dovevano spostarsi a sinistra. Capimmo subito il senso di questo macabro passaggio. Solo i più alti avevano diritto alla vita, i più piccoli, inadatti per il lavoro esterno al campo, sarebbero stati portati subito alle camere a gas. Il passaggio dei bambini finì. Si erano formati due folti gruppi di piccole creature che ora attendevano il loro destino. Accadde che un padre, il cui figlio stava tra i destinati alla morte, si avvicinò ad un Rabbino arrivato anch’egli con il convoglio. Questi era il Rabbino Maisless, uno dei più insigni Maestri d’Ungheria. Gli disse: “Maestro, ho con me del denaro che ancora non mi è stato portato via. Potrei avvicinarmi alla guardia a bada dei bambini, corromperla, riprendere mio figlio e salvarlo. Però so bene che in questo caso un bambino del gruppo di coloro che sono adatti al lavoro prenderà il suo posto. Che fare, dunque?”. Il Rabbino Maisless si rifiutò di parlare. Disse di non conoscere la risposta ma l’uomo incalzò. Il tempo utile per salvare il figlio stava per terminare. Il Maestro guardò l’uomo con occhi rossi dal pianto e disse una sola frase tratta dal Talmùd: non permetterti mai di dire che il tuo sangue è più rosso di quello altrui. Il padre capì. Non avrebbe potuto salvare il figlio a scapito d’un altra vita. Il gruppo dei bambini si mosse verso le camere della morte. Il piccolo guardò il padre e lo salutò con la manina. Il padre gli sorrise e lo guardò mentre il bimbo gli passò accanto. Fu allora che l’uomo svenne tenendo il sacchetto con il denaro tra le mani. Non salvò suo figlio.
Paolo Sciunnach, insegnante
(20 aprile 2015)