Rav Toaff (1915-2015) “La sua fiducia, un onore”
Rav Elio Toaff ha lasciato segni indelebili nella mia vita, in quella degli ebrei romani e in tutto l’ebraismo italiano.Soprattutto nei giovani, ai quali ha sempre dedicato tempo e attenzioni.
Aveva una personalità di alto valore che incuteva rispetto e al tempo stesso ispirava simpatia.
Aveva un eloquio semplice e schietto, senza peli sulla lingua, ma sempre rispettoso della dignità di tutti. È stato rabbino capo di Roma per 50 anni e ha sempre saputo essere un leader carismatico, capace di andare controcorrente e di trascinare su posizioni più avanzate tutti coloro che avevano imparato a fidarsi del suo istinto e del suo fiuto.
Certamente, con lui, la Comunità di Roma e tutto l’ebraismo italiano si sono risollevate dopo la Shoah e hanno ritrovato il coraggio di confrontarsi con chiunque senza soggezione e senza timori.
Era infatti sostenitore di un ebraismo che fosse in grado di esprimere sempre e comunque i propri valori e che non si isolasse dal resto della società.
Un breve riferimento di carattere personale: con lui ho sostenuto il bar mitzvà, la maggiorità religiosa ebraica, ed è stato proprio il rav a celebrare il mio matrimonio.
Ne è nato un rapporto di stima e di fiducia tanto che, da allora, sono diventato una delle poche persone con le quali voleva ragionare quando doveva prendere decisioni complesse e delicate.
Da sempre ho percepito questa sua fiducia come un grande privilegio e un grande onore.
Grazie rav, per tutto quello che hai fatto. Sia benedetto il tuo ricordo.
Renzo Gattegna, presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
(21 aprile 2015)