Bologna, solo applausi per la Brigata Ebraica

Il contributo degli ebrei italiani alla Resistenza attraverso alcuni esempi illustri, le iniziative della Brigata Ebraica nel capoluogo emiliano e nella regione limitrofa. Questo l’arco tracciato dal vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach nell’intervento tenuto in occasione delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della Liberazione di Bologna nel corso di una cerimonia in cui, per la prima volta, è stato riconosciuto ufficialmente dalle istituzioni l’impegno svolto dalla Brigata in città.
Giunti dall’allora Palestina mandataria, il futuro Stato di Israele, i circa 5mila volontari ebrei inquadrati nelle fila del corpo combattentistico si resero protagonisti di molte azioni decisive come il primo sfondamento della Linea Gotica a fianco della divisione Folgore e l’ingresso in varie località del Centro-Nord. Il 21 aprile del ’45, Bologna fu liberata anche con il loro contributo. “Una pagina di coraggio che ancora oggi pochi conoscono e che mai come quest’anno andrebbe ricordata”, il pensiero del presidente della Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz.
Tra le figure più significative della Resistenza italiana Jarach ha invece citato Primo Levi e Franco Cesana, il più giovane partigiano caduto sotto il fuoco nemico, e ha rivolto un omaggio al rabbino emerito di Roma Elio Toaff, da poco scomparso, per il suo impegno nella lotta antifascista e la sua testimonianza diretta da Sant’Anna di Stazzema, nelle valli in cui si consumò una delle più orrende carneficine compiute dalle forze tedesche.
Forti e sentiti applausi hanno salutato anche il riconoscimento dei meriti della Brigata, con la partecipazione tra gli altri del sindaco Virginio Merola, della presidente del Consiglio comunale Simona Lembi, di autorità civili e militari. Nella folta delegazione comunitaria riunita in Piazza Maggiore anche il rabbino capo Alberto Sermoneta e il consigliere UCEI David Menasci.

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