L’attenzione ai dettagli
Tra i molteplici insegnamenti rabbinici e di vita quotidiana che ci sono stati dati da rav Toaff, desidero ricordare gli aspetti meno noti e meno pubblici che però hanno contribuito non poco alla nostra formazione.
L’attività di tribunale rabbinico per sua natura assume la riservatezza come caratteristica principale. Rav Toaff ha profuso la sua attività di ”Av Beth haDin” come presidente di tribunale con impegno e presenza diretta almeno una mattinata a settimana, normalmente il giovedì mattina.
Se il sorriso, la arguzia toscana hanno sempre caratterizzato la sua persona, la giornata in cui si era svolto un divorzio particolarmente di una coppia giovane il suo volto lucente si oscurava; nel corso della procedura la sua mente si concentrava sugli innumerevoli dettagli della scrittura, la ricerca accurata e l’indagine sui nomi e soprannomi precedeva la seduta , scrivendo di suo pugno la trascrizione esatta e la data.
Usava poi far uscire tutti dalla stanza e dettare al sofer ,lo scriba, il testo lettera per lettera nelle sue dimensioni.
Dopo tre attente letture si passava alla consegna del documento, dichiarando la sposa permessa ad ogni uomo.
In un’unica occasione della mia collaborazione al Beth Din è stata svolta per la seconda volta del rabbinato di rav Toaff una chalizà, cerimonia che riguarda la vedova senza figli; secondo il Deuteronomio la vedova per poter risposare deve eseguire lo “scalzamento” del fratello del marito. Occorrono ben cinque giudici, si deve fare la ricognizione del luogo dal giorno precedente ma ancora di più i dettagli della scarpa possono invalidare la procedura; ci raccontò che la scarpa della Halizà, simile ad una “caligula” romana, venne realizzata a mano dal padre del rabbino Yeudà Nello Pavoncello z.l.
Il Tribunale di Roma si occupava negli anni ’80 anche dei casi della Spagna, ricordando il rabbino Bon Sabbat z.l. di Barcellona che presentava i suoi casi alle 14.30, ora di “nahamu della tarde”, oppure….di siesta.
Grande attenzione veniva dedicata ad ogni documento che dovesse raggiungere Eretz Israel, per sottolineare come l’attesa redenzione passa per ogni lettera raccolta dalla diaspora ed elevata con la Santità della persona a riempire le parole del Trono divino in una Gerusalemme terrena collegata con quella Celeste che ha accolto rav Toaff a presiedere il suo Tribunale per sempre.
Umberto Piperno, rabbino capo di Napoli
(Nell’immagine in basso il rav Toaff in occasione di una sua visita a Trieste del 1996. Al suo fianco l’allora rabbino capo Umberto Piperno)
(24 aprile 2015)