amore…

Potrebbe sembrare banale soffermarci sul notissimo versetto “We-ahavtà le-re‘akhà kamòkha” (che viene generalmente e un po’ imprecisamente tradotto “Ama il prossimo tuo come te stesso”), e perfino sul commento di Rabbì ‘Akivà’, che afferma “ze kelàl gadòl ba-Torà” (“questo è un grande principio generale nella Torà). Lo sarebbe certamente, se interpretassimo le parole della Torà come per molto tempo siamo stati abituati a fare: bisogna voler bene agli altri come a se stessi, e questo – secondo Rabbì ‘Akivà’ – è un valore che investe di sé tante altre mitzwòth. Se questo fosse il significato, la cosa non rivestirebbe nessuna realtà nuova o di particolare valore: al di fuori della Torà, molti sistemi religiosi ed etici affermano i medesimi valori (qualcuno anche pretendendo che essi siano originali e non mutuati dalla Torà).
Il fatto è che i vari sistemi che affermano l’amore del prossimo come fondamento di un’etica personale e sociale partono per lo più da un principio sociale: se voglio bene all’altro, non ci si ammazza. Perfino chi lo fa partire da un discorso religioso gli dà una valenza umana, se considera come esempio perfetto l’idea di una divinità che per realizzare questo principio deve farsi uomo.
Con un simile punto di partenza il minimo interesse personale può completamente sgretolare la più bella visione di fratellanza umana e di uguaglianza fra i popoli. Un malinteso senso di nazione può distruggere milioni di vite umane. Il sogno di un maggiore benessere può trasformare il sangue di migliaia di persone nell’olio lubrificante degli ingranaggi della rivoluzione sociale.
Solo un amore per gli altri che parta dalla Torà, basato sul comando divino, ha la possibilità di resistere e di superare ogni debolezza umana.
Ciò che Rabbì ‘Akivà’ spiega, quindi, è che il principio di “We-ahavtà le-re‘akhà kamòkha”, “desidera per il tuo prossimo come per te stesso” (e non “ciò che desideri per te stesso”) è un principio grande se deriva dal principio stesso dell’origine divina della Torà.

Elia Richetti, rabbino

(30 aprile 2015)