…esposizione
Siamo in clima di apertura dell’Expo, ma anche di crisi nelle relazioni nel Mediterraneo, e non sarà forse inutile ricordare le interessanti e per certi versi paradossali parole utilizzate da Benito Mussolini nel 1934 all’inaugurazione di un’altra Esposizione, la Fiera del Levante di Bari.
Furono due all’epoca i temi trattati: innanzitutto un attacco esplicito e sorprendente al razzismo nazista (osannato solo pochissimo tempo dopo come alleato d’acciaio, con conseguenze tragiche per l’ebraismo italiano): “Trenta secoli di storia ci permettono di guardare con sovrana pietà talune dottrine di Oltralpe, sostenute dalla progenie di gente che ignorava la scrittura, con la quale tramandare i documenti della propria vita, nel tempo in cui Roma aveva Cesare, Virgilio e Augusto”.
E poi un tentativo di allargare l’influenza dell’Italia fascista alle nazioni del Mediterraneo: “Non è dunque una sorpresa per me la prova di questa Fiera del Levante, che oggi metto all’ordine del giorno della Nazione e addito a tutti i popoli civili. Desidero alla vostra presenza ringraziare tutte le Nazioni che sono intervenute e con particolare simpatia a quelle che ci hanno dato una prova di amicizia, mandando qui loro ambasciatori e loro ministri. lo dico a tutti e particolarmente ai popoli dell’Oriente, che è così vicino a noi e che noi conosciamo, con i quali abbiamo avuto contatti per tanti secoli, io dico: credete nella volontà di collaborazione dell’Italia fascista, lavorate con noi, scambiamoci le merci e le idee, vediamo con lo sforzo solidale di tutti, vicini e lontani, se sia possibile uscire da questa depressione che attanaglia gli spiriti e mortifica la vita”.
Andò a finire malissimo: il fascismo si rivelò per quel che era (e come poteva essere altrimenti?). Un imperialismo militarista e razzista, che tentò senza averne i mezzi la carta della conquista coloniale e poi della guerra totale, dichiarandosi in maniera strumentale “difensore dell’Islam” e bombardando a più riprese le città dell’Yishùv ebraico. Ma i temi politici toccati erano quelli, e quelli rimangono ancora oggi, all’apertura dell’Expo 2015. Da un lato un diffuso razzismo che attanaglia l’Europa e l’Occidente immobilizzando di fatto scelte politiche che appaiono ineludibili. E d’altra parte la necessità di promuovere una nuova stagione di relazioni fra i paesi del Mediterraneo, per trasformare il movimento di persone dal sud verso il nord in una risorsa e non in una tragedia. In questo senso le parole di Mussolini – infausto maestro di retorica – suonano allo stesso tempo tragiche e bellissime: “scambiamoci le merci e le idee, vediamo con lo sforzo solidale di tutti, vicini e lontani, se sia possibile uscire da questa depressione che attanaglia gli spiriti e mortifica la vita”. Ci danno il senso di quanto sia pericoloso il momento che stiamo vivendo: possiamo volgerle al positivo, inverandole nel profondo del loro significato. O possiamo lasciare che diventino ancora una volta tragedia, come 80 anni fa.
Gadi Luzzatto Voghera
(1 maggio 2015)