L’appello del candidato Pd:
“Sul Duce più serenità”
Sono due le immagini che caratterizzano Carlo Aveta, candidato dall’ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca nella lista di centrosinistra sostenuta da Ciriaco De Mita: la fotografia del figlio di nove mesi, Angelo Benito, e lo scatto del pellegrinaggio sulla tomba di Mussolini, dove si è recato più volte. Iscritto a diciassette anni all’Msi, il Movimento Sociale Italiano, passato in Alleanza Nazionale, dove è rimasto fino al suo scioglimento, non prova nessun imbarazzo a correre con il Pd e commenta: “II centrodestra è una fogna”. Sfegatato sostenitore delle riforme sociali emanate dal fascismo (“un periodo che dette lustro all’Italia”), si affretta a condannare il “dopo”, tra cui le leggi razziste e l’alleanza con Hitler (definito “il pazzo”). Il suo appello? “Sul Duce serve più serenità” (Corriere).
E proprio Mussolini è stato assolto in diretta tv, ieri sera, per bocca di un frate francescano che ha raccolto la provocazione di una giornalista che aveva messo un annuncio per il suo programma richiedendo un religioso che potesse officiare una messa in diretta “per il 70° anniversario dalla morte di Mussolini”. Ha risposto padre Fedele Bisceglie, già imputato in secondo grado per presunte violenze sessuali ai danni di una suora (Il Tempo).
Proteste. “È una pentola a pressione che sta esplodendo. La polizia incrimina i giovani etiopi senza ragione e rovina le loro vite.” Così spiega le manifestazioni lnbal Bogale, una delle organizzatrici dei cortei di protesta che da qualche giorno vedono in piazza la comunità etiope in Israele. Slogan che denunciano il razzismo dei poliziotti, richiami ai politici: sul Corriere Davide Frattini racconta come la comunità si senta esclusa, dalle scuole o dai posti di lavoro migliori. Dopo le manifestanti della scorsa settimana a Gerusalemme è stata ieri la volta di Tel Aviv: una giornata di incidenti anche violenti, durante la quale il premier Benjamin Netanyahu ha garantito che riceverà una delegazione di esponenti della comunità etiope, fra cui il soldato protagonista del video che ha scatenato le proteste.
Aceto divino. È intitolato “Ponti, l’aceto come ogni Dio comanda” un articolo su Affari & Finanza (inserto di Repubblica) dedicato al maggiore produttore di aceto d’Europa: ha già ottenuto per una ventina di prodotti la certificazione “halal” e “sta lavorando a un aceto balsamico con certificazione “kosher” rispondente cioè alle normative ebraiche in fatto di materie prime. Scrive l’articolista: “Se si fa il conto dei musulmani e degli ebrei che vivono non solo nei loro paesi ma in tutto il mondo ci si rende conto che oltre ad essere una risposta all’evoluzione dei consumi è anche un business. Per certi aspetti un’altra tessera al mosaico del made in Italy.”
Memoria. Anche Angela Merkel alla cerimonia che ha rievocato la liberazione del lager nazista di Dachau. Fotografata insieme al sopravvissuto Max Mannheimer, la cancelliera ha dichiarato: “Non dimenticheremo, per rispetto delle vittime e per il bene delle generazioni future”.
Otto per mille. “Com’è possibile che la Conferenza episcopale italiana (Cei) incassi così tanto?”. È la domanda che si pone l’inserto economico di Repubblica a proposito della ripartizione del gettito dell’Otto per Mille sviluppando un ragionamento attorno a un recente pronunciamento in materia della Corte dei Conti.
La ricreazione è finita. Colpisce già dal titolo perentorio, l’ultima opera di Roger Abravanel, scritta insieme a Luca D’Agnese: “La ricreazione è finita. Scegliere la scuola, trovare il lavoro”. Descritto sul Messaggero come “un libro a tratti assai ruvido, al limite a tratti della sgradevolezza narrativa, programmata e utilizzata come stimolante verso una reazione, perché no, anche risentita”, delle riforme scolastiche salva quella di Gentile, promuove appena quella di Berlinguer, mentre boccia tutte le altre, in una requisitoria dura contro il sistema scolastico, che non risparmia neppure il sistema produttivo.
Crimini di guerra. “Un’enciclopedia dell’orrore, un trattato di criminologia militare, la storia sociale di una dittatura del Novecento, un saggio di antropologia della violenza, un pallottoliere della morte”: così il Corriere descrive “I crimini di guerra tedeschi in Italia (1943-1945)”, il saggio dello storico Carlo Gentile pubblicato in Italia da Einaudi a tre anni dalla sua uscita in Germania.
La morte del cigno. Era “Volitiva e drastica come l’infarto improvviso che l’ha stroncata, sabato scorso, a 89 anni”, Maya Plisetskaya, che ha saputo incarnare nel duro mondo della danza una femminilità fiera, emancipata e ribelle. Nata nel 1925, discendente da parte di madre da una famiglia d’artisti d’origine ebraica, benché pedinata dal Kgb decise caparbiamente di non lasciare l’Urss, come avevano fatto Nureyev e la Makarova. Capace di sprigionare carisma, classe e brillantezza tecnica era il simbolo della libertà nella danza, capace di imporre la sua volontà anche a quel Teatro del Bolshoi di cui era diventata “prima ballerina assoluta”. (Corriere, il Tempo)
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(4 maggio 2015)