Qui Casale – I sapori della Tripoli ebraica
Il cibo è cultura nel senso più largo del termine: è l’essenza di storia, tradizioni e persino geopolitica. Lo hanno capito bene alla Comunità ebraica di Casale Monferrato, dove una rassegna dedicata a Gusto e cultura nell’ebraismo sta analizzando non solo le contaminazioni tra i sapori e i popoli del Mediterraneo, ma qualcosa di più profondo. Ne è un esempio l’ultimo appuntamento dedicato a Tripoli di domenica che ha visto protagonisti Yoram Ortona e Teresa Scrinzo Carandini. Entrambi sono nati proprio nella città libica: Ortona, ebreo il cui nonno Moisè era originario di Casale Monferrato, ha dovuto lasciare Tripoli in concomitanza del pogrom antiebraico del 1967; Carandini ha vissuto parte del periodo coloniale e il dopoguerra fino all’avvento di Gheddafi che costrinse tutti gli ebrei e gli Italiani all’immigrazione.
Al di là del cous cous alle verdure e dell’ottimo stufato di carne, proposti non solo in ricetta ma anche al pubblico in degustazione, quello che ne emerge è una contaminazione di gusti che racconta di un territorio dove coesistevano pacificamente anche identità diverse.
Come la cucina ebraica di ogni parte del mondo anche quella tripolina assimila nelle preparazioni, specie quelle per le feste tutti gli ingredienti locali tipici della zona. Ci sono i sapori del magreb, quelli del mediooriente e naturalmente l’Europa e l’Italia, che dal 1911 occupava l’area.
Ortona, ben preparato sulla politica estera, non ha difficoltà a tracciare un parallelismo tra la cucina e la dissoluzione di quel mondo. Carandini, oltre ad essere autrice del menzionato cous cous, è stata la preziosa testimone di un mondo dimenticato che lei definisce fantastico. Insomma la morale è facile: a tavola non ci sono divisioni.
Alberto Angelino
(4 maggio 2015)