Ridere e sperare
Il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia ha rammentato al Moked di Milano Marittima che la risata dell’anziana Sara, alla notizia che avrebbe avuto un figlio ormai non più sperato, prima ancora di essere il riso di Sara, è stato il riso del marito Abramo. Sara avrebbe riso dopo. E il nome di questo figlio, Isacco, è il verbo ridere proiettato al futuro. Come dire che abbiamo sognato (un figlio, un futuro), popolo siamo diventati, hanno cercato più volte di sterminarci ma in qualche modo ci siamo sempre risollevati. E rideremo, avremo ancora la possibilità di sperare e di sorridere di noi stessi, guardando avanti.
Sara Valentina Di Palma, ricercatrice
(7 maggio 2015)