…stabilità
L’Italia e Israele condividono un triste primato, quello dell’instabilità dei governi. Secondo dati del Cross National Time Series Data Archive citati da Luigi Guiso su il Sole 24 Ore relativi a 40 paesi a partire dal 1970, l’Italia è al primo posto assoluto al mondo con una media di una crisi governativa ogni dieci mesi, mentre Israele è all’ottavo posto con una crisi ogni 22 mesi.
La frequenza delle cadute o dei grossi rimpasti di governo è un sintomo inequivocabile del livello di governabilità di un paese, da cui deriva la capacità di dirigere e riformare la società nell’interesse comune.
In Italia le interminabili discussioni sull’Italicum cercano per lo meno di affrontare il tema di quale possa essere un metodo elettorale capace di garantire alla popolazione sufficiente rappresentanza democratica, e allo stesso tempo al governo stabilità e quindi capacità di programmazione ed esecuzione. In Israele questo necessario dibattito non è neanche iniziato nelle sedi competenti ed è stato appena accennato a livello accademico e pubblicistico. Oggi, nel giorno in cui il premier designato Benyamin Netanyahu deve sciogliere il mandato affidatogli dal Presidente Rivlin dopo le elezioni del 17 marzo, appare in tutta la sua drammaticità la quasi impossibilità di costituire in Israele un governo che abbia una parvenza di stabilità. La modifica del metodo elettorale proporzionale puro diviene per Israele una priorità urgente. Senza cambiamento il paese rischia di finire sullo scivolo della paralisi e del caos, se non peggio.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(7 maggio 2015)