…Cnn

Nei frequenti viaggi all’estero, negli alberghi o nelle residenze in cui si alloggia, capita di cercare un canale televisivo per aggiornarsi su quello che avviene quotidianamente nel mondo, magari a otto fusi orari di distanza. Data l’assenza dei canali israeliani (peraltro accessibili per internet), la scarsa disponibilità dei canali italiani, lo scarso profitto da quelli in lingua coreana o cinese, e la poca dimestichezza con il campionato di rugby australiano, accantonata fra i canali internazionali l’aggressiva Fox News, resta la scelta fra la CNN o la BBC. È appunto alla CNN che dedico queste righe. L’altra settimana dopo il primo terribile terremoto in Nepal (esattamente come era avvenuto dopo Haiti), si è visto sullo schermo un ospedale da campo condotto con molta efficienza da ufficiali di un esercito straniero. Ma sul paese di provenienza di quei medici militari la CNN non diceva una sola parola. L’occhio allenato del telespettatore però poteva individuare senz’ombra di dubbio sulle spallette di quegli uomini le tre foglie del colonnello oppure i tre bastoncini del capitano, ossia le insegne dei gradi militari di Zahal – l’esercito di difesa di Israele. Subito prima e subito dopo, e per molte ore durante la giornata, e ogni giorno ripetitivamente la CNN dedica invece lunghi servizi e dibattiti carichi di accuse, e peggio ancora di allusioni e di omissioni nei confronti di Israele a proposito della guerra di Gaza della scorsa estate. Questo genere di giornalismo è una vile contraffazione dell’etica professionale, e trasforma l’informazione in propaganda unilaterale, incessante, martellante, ossessiva. Lettere alla redazione, già tentate in passato, non ottengono alcun risultato – né cambiamenti di atteggiamento e neppure risposte di cortesia. Al telespettatore onesto non resta che una soluzione: boicottare il canale CNN.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(14 maggio 2015)