Firenze – “Pluralità, valore da custodire”

comparini“Viviamo oggi in un mondo globale e multicentrico. Un mondo in cui però maturano, sempre di più, sentimenti di indifferenza verso le differenze. Un singolare meccanismo geopolitico, ma anche una sfida che è importante affrontare. Perché la pluralità non è un pericolo, ma un valore da custodire”: Fondatrice dell’associazione ‘Luogo d’incontro’, la filosofa Francesca Campana Comparini è l’anima del ‘Festival delle Religioni’, la cui seconda edizione è in svolgimento a Firenze.
Dal rav Adin Steinsaltz al papa copto Tawadros II, dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: tanti gli ospiti che hanno animato la prima giornata di incontri.
L’attenzione è adesso rivolta alle prossime ore, ai molti appuntamenti che segneranno il festival di qui a domenica.
Tra gli altri un confronto sul tema della compassione che vedrà protagonisti, in sinagoga, il rabbino capo Joseph Levi, l’imam Izzedin Elzir, monsignor Andrea Bellandi e Gheshe Tenzin Tenphel (gli interventi saranno moderati dal direttore della Nazione Pierfrancesco De Robertis).

Tema della passata edizione era lo “scontro”. Quest’anno invece si è deciso di “andare oltre”. Cosa testimonia questa scelta?
Il programma è pensato in continuità con quello del 2014. Lo scorso anno ci siamo chiesti se fosse più opportuno privilegiare l’unità o le differenze, adesso vogliamo far passare un messaggio più pratico che filosofico: la necessità, appunto, di andare oltre. Oltre i fanatismi religiosi, oltre la mortificazione della vita. Prima di qualunque religione c’è da rivalutare il concetto di dignità dell’uomo.
E come lo si fa?
Posizionando una lente di ingrandimento sul tema della pluralità. Facendo emergere i punti di incontro, ma anche le contraddizioni. E togliendo dal piedistallo le religioni. In questo senso mi hanno colpito le parole di rav Adin Steinsaltz, uno dei maggiori pensatori contemporanei, che ha detto: “Abbiamo bisogno di un Dio, non dentro alle chiese e alle sinagoghe, ma nelle strade”. Un’esortazione al coraggio che combacia a alla perfezione con quello che è il messaggio degli ultimi due papi. Ciò dimostra che esiste una “contaminazione buona” e che l’unità di intenti è un aspetto da valorizzare se ci prefiggiamo di raggiungere determinati obiettivi.
Quale ruolo per Firenze?
Firenze è una città dalla straordinaria tradizione e sensibilità al dialogo. Patria dell’umanesimo, la sua storia è continuamente segnata dal prefisso “inter”: interreligioso, interpolitico, interculturale. Ce lo insegna anche la lezione di Giorgio La Pira (1904-1977), il sindaco “santo”, anche se le esigenze politico-sociali di quel tempo sono ben diverse da quelle attuali. All’epoca il mondo era diviso in due, un mondo bipolare in cui ci si sforzava di trovare l’unità. Oggi viviamo invece in una società multipolare le cui esigenze e i cui fini vanno per un’altra strada.
Firenze-Gerusalemme: c’è un nesso?
Non è solo la bellezza ad accumunare le due città, ma anche la spiritualità che esse emanano. Per questo sono orgogliosa che Gerusalemme abbia fatto visita a Firenze con una così autorevole rappresentanza: il rav Adin Steinsaltz, il patriarca latino Fouad Twal, il rabbino capo ashkenazita Aryeh Stern, che contiamo di avere fisicamente con noi nel 2016.
Tra gli incontri più attesi, un confronto in sinagoga sul tema della “compassione”. Quali aspettative per questo appuntamento?
È un po’ una giornata di prova, perché il tema – almeno apparentemente – non ha la stessa centralità in tutte le religioni. Sarà interessante godersi le varie sfumature che si andranno a toccare e ascoltare contributi che si annunciano di grande interesse. A partire dal rav Joseph Levi, il “nostro” rabbino, di cui ben conosciamo la profondità.
Quale bilancio si aspetta di trarre da questa edizione?
Parto dal primo: superare, anche di una sola unità, il dato relativo alle presenze (4mila nel 2014). E poi di aumentare la consapevolezza su quelle che sono le potenzialità di questo Festival. Un’esperienza aperta a diverse fasce d’età, come dimostra la performance conclusiva che avrà luogo sul sagrato di piazza San Lorenzo, con cento bambini delle scuole fiorentine che declameranno testi sacri delle diverse religioni. Non pappagalli che ripetono a memoria, ma giovani protagonisti di un percorso loro dedicato durante l’anno.

(Per il programma completo http://www.festivaldellereligioni.it)

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(14 maggio 2015)