Setirot – La domanda
Lapidi con la croce, lapidi con il Maghèn Davìd, lapidi senza simboli religiosi. Quattrocentodiciannove pietre tombali bianche immerse nel verde del Parco di Trenno. Nomi e date di nascita, provenienza, tutti giovanissimi ma giovanissimi davvero, volontari, per lo più piloti, o paracadutisti, soldati caduti in missioni dell’Aviazione del Commonwealth. Ragazzi partiti da lontano – 311 britannici, 17 canadesi, 22 australiani, 39 sudafricani, 22 neozelandesi, un indiano, un est africano, 2 cecolosvacchi, due italiani allievi ufficiali paracadutisti dell’esercito Regio deceduti durante una missione aerea inglese e 4 giovani mai identificati. Partiti da lontano, venuti a morire in Italia per combattere il nazifascismo e ridarci libertà, dignità, democrazia. Siamo andati a ricordarli e onorarli al War Cemetery di Milano, una delle molte iniziative di “Bella Ciao Milano” organizzate dal PD metropolitano per i 70 anni della Liberazione. C’era il sole, e una leggera brezza gonfiava le bandiere di Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, (ex) Unione Sovietica, Italia, quelle della Brigata Ebraica. Difficile non lasciarsi prendere dalla commozione. Forse ancora più difficile porsi una domanda, “la domanda”: oggi chi partirebbe?
Stefano Jesurum, giornalista
(14 maggio 2015)