Moshe Levinger (1935-2015)
Figura carismatica e controversa, leader molto amato e molto odiato, rav Moshe Levinger è scomparso sabato all’età di 80 anni. Aveva guidato il ritorno di una presenza ebraica ad Hebron, promosso l’insediamento di Kiryat Arba, fondato il Consiglio delle Comunità ebraiche di Giudea e Samaria.
Nato a Gerusalemme da una famiglia di origine tedesca, rav Levinger è allievo del rabbino e leader sionista Yehuda Kook. Tanti già alora si accorgono delle sue doti di leadership. Ma è l’aprile del 1968 quando queste conquistato la ribalta internazionale.
Pesach 5728: per la celebrazione della prima cena pasquale rav Levinger affitta delle stanze al Park Hotel di Hebron. Al termine della stessa, seguendo un piano affinato nei giorni addietro, il gruppo che ha riunito si rifiuta di abbandonare la struttura. Declinando ogni possibilità alternativa che viene loro offerta, rav Levinger e i suoi seguaci sono protagonisti di uno scontro in cui sorprendentemente prevarranno: dopo un mese sono infatti ospitati in una vicina struttura militare, dove rimangono fino al completamento di Kiryat Arba, la cui prima pietra viene posata nel 1970.
“Abbiamo deciso di andare ad Hebron perché è un luogo antico di storia ebraica, il luogo in cui viveva il patriarca Abramo” racconterà Levinger nel ricostruire quell’azione in un recente documentario che gli è valso il premio come “miglior pellicola sionista”.
Con il consolidamento di Kiryat Arba, nel 1979 rav Levinger decide che è giunto il momento di stabilirsi nel centro di Hebron. Apripista un gruppo di donne, attorno cui si raccolgono altre famiglie ebraiche che prendono possesso di alcuni appartamenti. Dopo questa azione la tensione con la popolazione palestinese diventerà sempre più forte e lo scontro tra le due componenti, come noto, sarà destinato a sfociare in un conflitto quotidiano che persiste ancora oggi. Nel 1988 una pietra colpisce la macchina di rav Levinger mentro lo stesso è al volante. In risposta vengono sparati dei colpi d’arma da fuoco: un palestinese è ucciso, un altro ferito. Nel 1990 rav Levinger è incriminato per “negligenza” e condannato a tre mesi di prigione.
Nel 1992, chiuse le sue pendenze giudiziarie, si presenta alle elezioni per il nuovo Parlamento a capo di “Torah VeHaaretz”, ma la formazione non supera la soglia di sbarramento. Nel 2005, con l’evacuazione dei 21 insediamenti nella Striscia di Gaza, invita tutti coloro che condividono le sue idee ad insediarsi in modo sempre più massiccio in Cisgiordania.
“La scomparsa di mio padre, all’alba dello Yom Yerushalaim (il giorno in cui si festeggia la nascita di Gerusalemme), testimonia in modo simbolico l’amore che provava per la terra di Israele. Il suo spirito continuerà a vivere in noi” le parole del figlio Malachai, a capo del Consiglio di Kiryat Arba.
Tra le molte telefonate ricevute da Malachai anche quella del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che gli ha espresso il proprio cordoglio.
(18 maggio 2015)