Verona – Genesi, confronto a più voci

Nato undici anni fa a Vicenza ed ora esteso a gran parte delle province venete, il festival biblico rappresenta un importante momento di incontro per tutta la città di Verona. Ad aprire la quarta edizione uno spettacolo teatrale intitolato “In principio…Interazioni sulla Genesi” con musiche di Stefano Gueresi e letture del testo biblico in ebraico, tedesco, latino.
Ideato dal centro studi Alteritas, che ha voluto sul palcoscenico un rabbino, un pastore protestante, un teologo cattolico e una filosofa, l’evento ha avuto tra i suoi protagonisti Luciano Meir Caro, rabbino Capo di Ferrara e di riferimento per Verona e Vicenza, che – introdotto sul palco dalla presidente di Alteritas Simona Marchesini – ha letto in ebraico il passo di Bereshit (1, 1-5) “E la luce fu…” spiegandone il significato più profondo. Ad intervenire, tra gli altri, anche il vescovo di Verona Giuseppe Zenti e monsignor Giancarlo Grandis, vicario alla cultura per la diocesi.
“Il passo che abbiamo appena letto e che introduce il testo della Bibbia – ha affermato rav Caro – è sicuramente un passo straordinario, che secondo i nostri Maestri contiene tutta la storia dell’universo dal momento della creazione: c’è il presente e il futuro fino alla fine dei tempi ed è un passo di difficile interpretazione che ci pone molte problematiche. Il protagonista, oltre l’Eterno creatore del tutto, è sicuramente la Luce; la prima volta che Dio emette la sua voce è infatti per creare la Luce: Dio disse sia la luce e la luce fu. Orbene, si domandano i nostri Maestri: che cos’era questa luce primordiale?”
“Non sicuramente la luce degli astri alla quale noi siamo abituati, in quanto secondo il testo biblico il sole e gli altri astri furono creati solo successivamente. Si deve trattare di una forma di luce che non sappiamo assolutamente definire. C’è chi l’ha chiamata energia e c’è chi l’ha chiamata in altro modo. Sta di fatto che secondo la nostra tradizione è una forma di luminosità, di luce, che Dio ha creato e che pervade in qualche modo tutto l’universo ma che è nascosta alla nostra visione, nascosta perché l’uomo fin dal momento della sua creazione si è corrotto e non ha saputo ottemperare ai disegni di Dio. Non sappiamo che cosa sia questa luce, ma secondo i nostri Maestri rappresenta attraverso i suoi canali l’insegnamento che Dio ha indirizzato a tutti gli uomini. La luce è lo strumento attraverso il quale Dio comunica la sua volontà al genere umano e non è senza significato il fatto che il termine ebraico Or, luce, compare nel brano che abbiamo appena letto, nello spazio di tre versetti, ben cinque volte”.
“I nostri Maestri hanno attribuito al termine Or il significato di Bibbia, la Bibbia è la luce vera, l’energia che deve guidare la nostra esistenza su questa Terra. E non è senza significato il fatto che quelle cinque volte in cui questo termine compare rappresentano in qualche modo i cinque libri contenuti nel Pentateuco, che è la parte iniziale dell’insegnamento biblico. Ma c’è un altro insegnamento che i nostri Maestri ci trasmettono ed è il fatto che questa luce, che non possiamo vedere e che non possiamo percepire attraverso i sensi umani ma solo attraverso la profondità del nostro vero essere, è una luce che Dio ha riservato ai Giusti nel mondo a venire”
Il secondo brano “Maschio e femmina li creò”. Genesi (1,26-31) è stato letto in tedesco dal pastore Urs Michalke; sono seguite la lettura della traduzione in italiano, le musiche e il commento teologico. Il terzo brano è stato letto in latino da Simona Marchesini ed è seguito il commento filosofico di Nicoletta Capozza.
L’epilogo è stato una lettura in italiano dal libro dei Proverbi (8,1-5 ; 8,22-31), con il commento teologico di don Martino Signoretto.

(22 maggio 2015)