Oltremare – Radio

fubini“Mangio troppa cioccolata”, diceva una canzone quando ero ancora in Italia. Sicuramente. Ma soprattutto, ascolto troppa radio. Dal risveglio all’uscita per andare in ufficio, compresa colazione e preparazione del pranzo da portare via con baracchino o schiscetta – buffo che non ci sia una parola in ebraico per tale fondamentale attrezzo da lavoro. E poi su ogni autobus che mi capita di prendere, per fortuna di rado. E al venerdì, mentre i fuochi sono tutti accesi e la casa bene o male la si dovrà mettere in ordine per Shabbat, e come si fa senza radio?
Non che ci sia nulla di male, in teoria. Soprattutto se la radio è Galgalatz, la radio dell’esercito che trasmette musica israeliana e internazionale (vabbe’, americana) in parti uguali.
Come una volta in Francia, solo che lì mi pare fosse per legge, per preservare la canzone francese, con effetti deprimenti sulla popolazione che i legislatori non hanno voluto considerare. Qui non so se ci sia una legge che governa le percentuali di musiche passabili per radio, ma mi sento di dire con serenità che il sottile anarchismo degli israeliani se ne farebbe un sionistico baffo.
È che la musica israeliana piace.
Il fatto è che io tendo ad accendere la radio su Reshet Bet, che è paragonabile a una Radio Tre italiana forse, ma oltremodo combattiva e di denuncia. Tutta colpa dell’insegnante all’Ulpan, secondo la quale per imparare la pronuncia israeliana corretta non c’è che Reshet Bet. Sette anni dopo, l’Ulpan è una memoria vaga, ma a Reshet Bet son rimasta incollata, prima per imparare (la morà aveva ragione), e poi per abitudine.
Tutte quelle trasmissioni che denunciano scandali, truffe, politici arraffoni e corrotti, poliziotti che si approfittano dell’autorità, minoranze minimizzate e anziani sotto il livello di povertà, però, potrebbero a lungo andare sbeccare qua e là la mia assoluta ed infrangibile certezza che Israele è meravigliosa e perfetta. Ben Gurion con i suoi criminali e le prostitute che dovevano renderci uno Stato come gli altri è stato fin troppo lungimirante. Siamo normalissimi, direi.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini

(1 giugno 2015)