Roma verso il voto, progetti e attese. “Non facciamoci rubare il futuro”
Quattro le liste che concorreranno alle prossime elezioni della Comunità ebraica romana, in programma domenica 14 giugno. In ordine cronologico di presentazione “Per Israele” (candidata presidente Ruth Dureghello); “Menorah” (candidato presidente Maurizio Tagliacozzo), “Binah-Cer posto per tutti” (candidata presidente Claudia Fellus) e “Israele siamo noi” (candidata presidente Fiamma Nirenstein). Abbiamo chiesto ai quattro candidati di presentarsi e di presentare la loro squadra, le loro aspettative, i loro progetti, la loro aspirazione di conquistare la fiducia degli elettori. Rispettando l’ordine cronologico, concludiamo oggi con Fiamma Nirenstein.
“Troppo odio, non facciamoci rubare il futuro”
“Ho sempre servito Israele e il mondo ebraico. Attraverso articoli e libri, ma anche attraverso l’impegno nelle istituzioni e in qualità di vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera. Conosco bene Roma e la sua Comunità ebraica: ho vissuto in ‘piazza’ per anni, ho fatto parte del Consiglio, qua è nato mio figlio Beniamino. Trovo che sia arrivato il momento di farsi avanti anche in questa nuova veste, soprattutto in un momento storico in cui l’ebraismo europeo è costretto a fronteggiare un’ondata di antisemitismo spaventosa. Siamo minacciati, abbiamo ristretto i nostri spazi, soffriamo. Una situazione che è diventata intollerabile”. Così Fiamma Nirenstein, giornalista, scrittrice ed ex deputata, in lizza per la presidenza della Comunità con la lista ‘Israele siamo noi’. Primo punto del programma il sociale. “Sociale in senso lato, perché nessuno in questa Comunità deve sentirsi ai margini. Servono sportelli per ogni esigenza insieme ad aiuti economici, ma anche iniziative che diano dignità a tutti, nessuno escluso”. Segue a stretto giro la scuola. “Il mio obiettivo è che i nostri allievi parlino l’inglese e l’ebraico come l’italiano e che siano pronti da subito per esperienze internazionali di un certo livello. Al tempo stesso sogno una scuola che prepari alle nuove tecnologie, alle scienze e alle start-up e in cui i grandi rabbini e i grandi intellettuali ebrei siano citati al pari di Dante e di altri letterati non ebrei che hanno fatto la storia del pensiero italiano ed europeo. Vorrei, e lo dico con orgoglio fiorentino, che la nostra scuola diventasse il simbolo di un nuovo Rinascimento”. Un progetto ambizioso, avverte la giornalista, ma alla portata di quella “che è la più antica e gloriosa Comunità della Diaspora, il cui respiro deve arrivare al mondo intero”.
Tre le parole chiave di questa campagna elettorale: aprire, innovare, ascoltare. Una campagna condotta non senza alcune tensioni. “C’è stato, in queste settimane, chi ha sostenuto che non sarei dentro i problemi della Comunità ‘day by day’. È un’accusa ridicola – denuncia Nirenstein – perché impegnandomi come mi so impegnare, sono sicura di poter colmare eventuali lacune. Al mio fianco ho inoltre una squadra competente e preparata sui diversi aspetti di vita comunitaria, che mi sta educando nei minimi particolari”.
Squadra che si è trovata compatta nel rivendicare la seguente missione: “Siamo per una comunicazione autorevole, chiara, di contenuto, come sa fare solo chi conosce perfettamente la lingua italiana e gli argomenti di cui parla e non per fare spettacolo sui media; siamo per la salvaguardia e la promozione, verso ogni istituzione, dei lavori storici delle famiglie ebraiche romane, perché abbiamo lavorato con ogni istituzione politica locale, nazionale, internazionale, di qualsiasi colore”.
Adam Smulevich, Pagine Ebraiche giugno 2015
(3 giugno 2015)
Clicca qui per leggere l’intervista alla candidata presidente Ruth Dureghello (Per Israele)
Clicca qui per leggere l’intervista al candidato presidente Maurizio Tagliacozzo (Menorah)
Clicca qui per leggere l’intervista alla candidata presidente Claudia Fellus (Binah-Cer posto per tutti)