PREMIATO L’IMPEGNO DI UCEI E ANED Belzec, l’asta non si farà
“Il ritiro della gara d’asta che avrebbe messo in vendita ciò che resta del campo di sterminio di Belzec, che dal punto di vista ebraico ha il valore di un grande cimitero, è una notizia che dà sollievo. Viene infatti meno, almeno momentaneamente, il pericolo di un uso distorto di un luogo che segna la Memoria del Novecento e dei suoi orrori”.
Lo dichiara in una nota il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, commentando la decisione delle ferrovie polacche, proprietarie del sito, di fare marcia indietro in accordo con il Museo di Stato di Majdanek e l’amministrazione cittadina.
Una decisione che arriva dopo che, nelle scorse ore, molte voci si erano levate a riguardo nell’opinione pubblica italiana e internazionale per preservare il ricordo di un sito che, sottolinea Gattegna, “è patrimonio dell’umanità intera”.
Molteplici i soggetti mobilitati in un’azione che ha visto lavorare al fianco e a stretto contatto l’Unione delle Comunità e l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti.
“Siamo soddisfatti, è un successo per tutti coloro che hanno creduto in questo impegno. Ed è la dimostrazione che le nostre richieste andavano nella giusta direzione” spiega a Pagine Ebraiche il vicepresidente dell’Aned Dario Venegoni. Scongiurata la vendita, resta ancora da individuare l’uso più adeguato che verrà fatto della struttura.
Obiettivo degli enti coinvolti, stando alle dichiarazioni ufficiali, è quello di far sì che l’ex kommandantur del lager passi a un museo o una fondazione in conformità con la legge. “Incassiamo questo risultato, ma allo stesso tempo sappiamo che per il futuro servirà la massima vigilanza. È stato evitato un rischio grave – spiega Venegoni – adesso serve grande attenzione”.
Da parte dell’Aned massima disponibilità a cooperare, anche nella consapevolezza che i mezzi a disposizione del museo sono relativamente limitati. “Molti luoghi della Memoria sono oggi a rischio, il pericolo è sempre incombente. L’obiettivo che ci prefiggiamo è che l’Unesco arrivi un giorno a farsi carico della loro tutela su scala europea. Ci vorrà del tempo – conclude– ma è quella la strada da percorrere”.
(10 giugno 2015)