Gay Pride

Daniele-Regard Qualcuno ha scritto su questo notiziario quotidiano del Gay Pride in Israele e ha espresso la sua tristezza per questa manifestazione e un totale disappunto. Forti le reazioni. Ovviamente nessuno ha messo in discussione la libertà di esprimere un pensiero, tutti ne hanno il diritto, ma proprio grazie a questa libertà, io, come altri, mi permetto di replicare. Ho ricordato che essere omosessuale non è un diritto civile, non è una conquista o una scelta politica. Non si decide di essere omosessuali, come non si decide di essere alti, bassi, biondi o castani. È nella nostra natura, nessuno può cambiarlo. Il fatto che Israele garantisca a tutti il diritto di esprimere liberamente il proprio orientamento sessuale, in una parte del mondo dove gli omosessuali vengono uccisi, gettati dai palazzi, dev’essere per tutti noi un motivo di grande orgoglio. Perché queste persone non sfilano per ostentare, lo fanno perché per troppo tempo hanno dovuto abbassare la testa contro i soprusi e le angherie. Oggi c’è ancora chi li considera diversi, ma allo stesso tempo ci sono tante persone che si battono, pur non essendo gay, per i loro diritti. E sfilano per far dire a tutti che loro ci sono, esistono e vogliono far sentire la loro voce. Le nostre Comunità e i nostri rabbini devono imparare ad accogliere queste persone. Sono ebrei come noi. Apriamo un dibattito su questo, incontriamoci, ma non facciamo finta di non vedere. Girarsi dall’altra parte non servirà a nulla.

Daniele Regard

(14 giugno 2015)