Roma, nuovo Consiglio al via
È la lista “Per Israele” ad ottenere il maggior numero di preferenze (44,08%) nella tornata elettorale che ha visto protagonista nelle scorse ore la Comunità ebraica romana. Al secondo posto in graduatoria la lista “Israele siamo noi” (22,95%), seguita dalle formazioni “Menorah” (21,37%) e “Binah-Cer posto per tutti” (11,6%).
Ventisette i membri del nuovo direttivo comunitario. Con Ruth Dureghello, leader di Per Israele, entrano in Consiglio Piero Bonfiglioli, Giordana Moscati, Eugenio Calò, Gadiel Tachè, Ruben Della Rocca, Micol Finzi, Antonio Toni Spizzichino, Daniel Funaro, Daniela Debach, Giacomo Moscati e Gianni Ascarelli.
Con Fiamma Nirenstein, leader di Israele siamo noi, Marco Sed, Giorgia Calò, Alberto Ouazana, Marco Sed, Alberto Piazza O Sed.
Con Maurizio Tagliacozzo, leader di Menorah, Guido Coen, Roberto Coen, Massimo Gai, Cesare Roger Hannuna e Ariel Arbib.
Con Claudia Fellus, leader di Binah, Sabrina Coen e Loredana Spagnoletto.
I dati emersi dallo scrutinio sono così commentati da Dureghello: “È la conferma che la maggioranza ha visto nella nostra serietà e competenza il modello per la Comunità del futuro”. Compito di tutti gli eletti, per l’assessore uscente alla scuola, sarà quello di “collaborare con armonia” e di “smorzare le tensioni di questi giorni per governare”.
“Sono deluso – dice Tagliacozzo – non faccio mistero di aver sperato in un risultato migliore. C’è una parte di Comunità, radicata tra Monteverde e Viale Marconi, che evidentemente preferisce un approccio di leadership diverso dal nostro”. L’auspicio di Tagliacozzo è che venga adesso varato un governo “multicolore” e “che rappresenti tutti”.
Dal canto suo Nirenstein si dice soddisfatta dal voto di lista. Una lista, spiega, “che si è costituita con grande impegno ma anche in un arco temporale ristretto”. Rammarico è invece espresso per il numero di votanti, definito “esiguo” e segno, afferma Nirenstein, di una Comunità che è “divisa” e che necessita di uno sforzo d’unità “per affrontare i molti problemi”.
Fellus parla infine di Comunità “sfilacciata” e con lacerazioni “da superare”. Perciò, sottolinea, “c’è bisogno di un governo e di un lavoro comune”. Per quanto concerne il risultato conseguito da Binah, la lettura è questa: “C’è chi guardava a noi come a un ballon d’essai. E invece ci siamo: piccoli, ma presenti. Lavoreremo duramente, come già facciamo all’UCEI”.
Nessuna delle liste presentatesi alle urne ha superato la soglia (45%) che le avrebbe permesso di ottenere il premio di maggioranza.
Entro quindici giorni il nuovo Consiglio dovrà quindi riunirsi per definire la figura del presidente e la composizione della Giunta esecutiva.
In calo, rispetto alle ultime elezioni, il dato dell’affluenza: la percentuale di votanti è infatti passata dal 37,8 al 36,1% degli aventi diritto.
(Nell’immagine i quattro candidati – da sinistra a destra Dureghello, Tagliacozzo, Fellus e Nirenstein – in occasione di una recente serata di confronto)