Qui Firenze – Mercati e valori Le buone pratiche di accoglienza
L’emergenza profughi e le buone pratiche. Con la Comunità ebraica fiorentina che si erge a modello di impegno e solidarietà. Lo ha ricordato Sara Funaro, assessore comunale con delega all’integrazione e alle pari opportunità, che ha voluto aprire la prima giornata di “Mercati e valori”, tradizionale momento di confronto organizzato a Firenze dalla redazione UCEI, portando l’esempio dell’appartamento gestito dalla Comunità in cui hanno trovato ospitalità (da circa un anno) otto profughi maliani.
“Da questo braccio teso verso il prossimo – ha spiegato l’assessore – è scaturita quella che ormai chiamiamo la ‘Piccola Gerusalemme’: una sfida, riuscita, che vede protagonisti gli ebrei di Firenze, otto profughi islamici, i condomini, gli operatori della limitrofa istituzione caritativa della ‘Madonnina del Grappa’. Un esperimento che testimonia come questa città sia oggi una realtà felice in cui è possibile far emergere i valori culturali forti che avvicinano popoli e identità diverse”.
Dalla prima accoglienza all’inserimento lavorativo alla costruzione di veri e propri ponti di civiltà: molti gli elementi portati da Funaro nell’incontro con la redazione, sviluppati attraverso un riferimento alla propria attività sia professionale (psicologa, impegnata da molti anni su questi temi) che istituzionale. Elementi che saranno al centro del grande evento che vedrà Firenze sotto i riflettori: la giornata mondiale del rifugiato, con eventi interculturali volti a valorizzare la ricchezza di questa sfida, ma soprattutto con la stesura di un documento che impegna non soltanto alla solidarietà ma anche alla concretezza.
Quella concretezza di cui ha dato prova il Memoriale della Shoah di Milano, aprendo le sue porte all’ospitalità di un gruppo di donne e bambini che fanno parte della miriade di profughi che affollano, ormai da giorni, la stazione centrale del capoluogo lombardo. Un impegno raccontato così da Roberto Jarach, vicepresidente del Memoriale oltre che vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: “Partecipare a una situazione di emergenza umanitaria di tale portata è sicuramente un gesto dal quale non possiamo e non vogliamo sottrarci, anche nel nome e nel segno del valore simbolico di questo luogo, emblema per eccellenza della necessità di accogliere la diversità”.
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(17 giugno 2015)