Maturità 2015 – Resistenza: nuove narrazioni, interrogativi aperti
“La Resistenza è fatta di tante piccole vicende, di persone che hanno stravolto la loro vita, di decisioni coraggiose ma anche di tanti dubbi. La scelta che è stata presa ha su tutti un merito, quello di farci uscire da una visione mitologica del passato, affrancandoci dall’idea fallace che la Storia sia fatta solo dai grandi eroi”. David Bidussa, storico sociale delle idee, commenta con favore la traccia sulla Resistenza proposta ieri in sede di esame di maturità e, in particolare, il riferimento alla figura di Dardano Fenulli, generale che fece parte della squadra del colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo e che pagò il suo eroismo con la morte alle Fosse Ardeatine.
“Quella sulla Resistenza era una traccia plausibile, anche in ragione della cifra tonda dell’anniversario. Ma è comunque un segnale forte, in un’epoca in cui appare fondamentale far emergere la concretezza, la quotidianità, il cammino tracciato dalle scelte individuali. Questo – avverte Bidussa – è l’unico modo sensato di affrontare ricorrenze così importanti”.
C’è però anche un altro rovescio della medaglia: l’esiguo coinvolgimento degli studenti in questa scelta, limitato a pochi punti percentuali a fronte di una virata quasi plebiscitaria verso la traccia sulle nuove tecnologie. “È un campanello d’allarme che mette in luce tutte le carenze del nostro sistema scolastico per quanto riguarda il Novecento. Viene da chiedersi – riflette Anna Foa, storica – che fine abbia fatto la riforma varata in questo senso da Berlinguer”. Apprezzamento viene invece espresso per il modo, non convenzionale, in cui è stato proposto il tema.
Anche qui, però, una sollecitazione urgente. “Ho il timore che la conoscenza di questo specifico contributo sia piuttosto bassa, anche nel corpo docente. Quanti hanno davvero padronanza della materia? Quanti sono a conoscenza dell’ordine di deportazione dei militari firmato da Rodolfo Graziani? Ho l’impressione che le risposte potrebbero non piacerci. Ma ben vengano questi interrogativi – sottolinea Foa – se possono aiutarci ad alzare il velo sulle nostre lacune”.
Di Fenulli ha parlato approfonditamente nelle sue ricerche e nei suoi libri. Mario Avagliano, storico e giornalista, non può che essere soddisfatto della scelta del Miur. “Fenulli è stato un personaggio significativo – ci spiega – che ha combattuto per la difesa di Roma e che, entrato in clandestinità, ha proseguito nella lotta contro nazisti e fascisti. Ha avuto il coraggio di cambiare opinione sul regime e, in seguito, ha anche collaborato alla messa in sicurezza di molti ebrei romani, prodigandosi ad esempio nella distribuzione di falsi certificati di battesimo”.
Portare alla luce la Resistenza dei militari è, per Avagliano, “un fatto senz’altro positivo”. Resta però l’amaro in bocca per il limitato interesse suscitato tra gli studenti. “Troppo spesso ci si ferma alla prima guerra mondiale, troppo spesso determinate mancanze vanno a incidere nella consapevolezza della società italiana. Il lavoro da fare nelle scuole – conclude – è ancora immenso”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(18 giugno 2015)