“Urtisti vittima di un equivoco: noi i primi contro il degrado”

URTISTI“Serve un ritorno alla legalità. Facciamo una fotografia d’insieme, sradichiamo il vero abusivismo e poi quello che c’è da sistemare lo sistemiamo. Ma seguendo questo filo logico, senza soluzioni di facciata”. Storico presidente degli urtisti, i venditori di ricordi istituiti nell’Ottocento a seguito della concessione di una dispensa papale agli ebrei romani, Fabio Gigli replica a chi – in queste ore – torna a calcare la mano sul concorso della categoria al degrado urbano.
“Facciamo parte del tessuto storico‐sociale della città. E per questo vogliamo essere protagonisti del suo rilancio” raccontava Gigli in una recente intervista a Pagine Ebraiche. Concetti su cui torna oggi, invitando a un chiaro distinguo e una chiara presa di posizione: da una parte chi pratica selvaggiamente l’abusivismo, dall’altra chi svolge una professione regolarizzata.
“Dovunque ci si rigiri, a Roma regna il degrado. Un problema annoso, che non può essere risolto mettendo sulla graticola una categoria, come la nostra, che è vittima di un grande equivoco. Pochi professionisti, con spazi ridotti di occupazione del suolo. Eppure – rileva Gigli – nell’opinione pubblica passa spesso un messaggio diverso”.
Molteplici gli sforzi profusi, nelle istituzioni e in Comunità, per raccontare e condividere la “storicità” degli urtisti. L’impegno per una maggiore consapevolezza di Tommaso Giuntella, presidente del Pd romano, e Alessia Salmoni, presidente del Consiglio del Municipio XII. O ancora, tra le tante strade percorse, la bella mostra organizzata in dicembre dal centro di cultura della Comunità ebraica diretto da Miriam Haiun.
Iniziative che hanno posto l’accento sul ruolo che gli urtisti sono andati ad assumere nel tempo, non ultimo quello di guardiani della sicurezza cittadina e di veri e propri dispensatori di informazioni ai turisti.
“Il profondo legame che gli urtisti hanno con le piazze e i monumenti di Roma è un paradigma della simbiosi degli ebrei con questa città. Da oltre due millenni”, sottolineava allora Haiun.
La situazione si fa però sempre più incerta. “Siamo preoccupati – dice Gigli – perché le voci su un nostro prossimo allontanamento dai monumenti e dai luoghi storici si fanno sempre più ricorrenti. Un’eventualità che porterebbe a difficoltà durissime per tutta la categoria”.
Per dare il senso del pericolo che si corre Gigli porta un esempio: “In passato siamo stati allontanati da due luoghi, i bastioni di Michelangelo e via di S.Anna. Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti: degrado, incuria, una serie infinita di problemi aperti. È così – si chiede – che questa amministrazione vuole risolvere il problema?”.

Adam Smulevich @asmulevichmoked

(18 giugno 2015)