Gay Pride

Marco Di GiulioNon è nella mia natura scrivere lettere di protesta ai giornali, ma lo faccio questa volta per esprimere disappunto e irritazione verso il commento sul Gay Pride israeliano firmato da Michele Steindler. Non devo spiegare perché quel trafiletto è inopportuno, insulso, e offensivo. Da anni leggo Moked proprio per la qualità dei suoi articoli, ma quel commento stride.
Non vi è dubbio che Steindler offre un punto di vista personale sul Gay pride, ma rimane oscuro perché Moked diffonde simili grossolane e volgari opinioni (ci sono i social network per questo; il problema non è la libertà di espressione come scrive Regard). Queste tradiscono insensibilità e mancanza di conoscenza dei dibatti intorno all’omosessualità che impegnano anche settori dell’ebraismo ortodosso in Israele e Stati Uniti.
Non ho l’autorità di decidere che cosa Moked debba pubblicare oppure no, ma il buon senso mi spinge a esortarvi a rimuovere quel messaggio che getta una luce molto negativa sulla vostra redazione e, in un’ultima analisi, sull’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Marco Di Giulio
Franklin & Marshall College, Lancaster (Usa)

carissimo Professore,
abbiamo ricevuto numerosissime reazioni sdegnate alle affermazioni di Michele Steindler sul Gay pride e il suo cortese messaggio che pubblichiamo oggi bene rappresenta anche tanti altri sulla stessa linea. La nostra impressione è che, per quanto sgradita a molti, l’opinione che la disturba possa essere espressa liberamente e, piaccia o meno, sia anche rappresentativa di componenti significative del mondo ebraico italiano. La negazione dell’interlocutore non fa parte né dei valori né delle prassi praticate da questa redazione. Chi non concorda può reagire e vedere nella sua reazione una nuova occasione di far comprendere le proprie ragioni e il proprio impegno. Perché mai dovrebbe degradarsi al livello degli intolleranti?

gv