…abitudini

In un secolo, o poco più, le abitudini possono cambiare anche in maniera molto profonda. Le comunità ebraiche in questo non fanno eccezione, ed è compito degli storici cercare di interpretare i segni del tempo e ricostruire modalità e situazioni che si manifestavano nel passato e che oggi sono scomparse.
Non si tratta di dare giudizi. Non ‘era meglio allora’, né ‘è meglio oggi”’ Si tratta semplicemente di constatare che le dinamiche sociali e culturali sono in continuo movimento e non rimanere legati all’idea fasulla che ‘si è sempre fatto così’. Prendiamo le regole comportamentali in una sinagoga. Se andiamo a leggere quelle che erano stabilite – per esempio – a Venezia nell’Ottocento , la distanza con i comportamenti di oggi appare abissale. “Ognuno deve astenersi scrupolosamente tanto durante il servigio divino, quanto nell’ingresso ed uscita, da qualunque discorso.” E ancora: “È vietato assolutamente di condurre fanciulle di qualunque età nella Scuola degli Uomini.” Oppure: “Si raccomanda di non levare il Tallith, né disporsi alla partenza se non dopo il ‘Alenu [evidentemente pronunciato ‘il Gnalenu’]. In ogni caso la partenza dev’essere eseguita con ordine senza far giri, od entrare in discorso con chicchessia.”
Un bel documento, come tanti altri che sono contenuti negli archivi delle nostre comunità e che meriterebbero maggior studio e riflessione. Che poi, a leggere queste parole con gli occhi dello storico, si dovrebbe pensare che se i responsabili della Scuola Spagnola avevano sentito la necessità di scrivere questo documento, con ogni probabilità i frequentatori del luogo si comportavano né più, né meno di come si comportano oggi. E, secondo la morale un po’ bacchettona dell’epoca, andavano redarguiti.

Gadi Luzzatto Voghera

(26 giugno 2015)