Nuovo accordo tra Anp e Vaticano Israele: “Una minaccia alla pace”
“Un accordo che danneggia le trattative di pace e che depotenzia lo sforzo internazionale di far tornare l’autorità palestinese a negoziati diretti con la controparte israeliana”. È quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Affari Esteri d’Israele in risposta al nuovo accordo siglato oggi in Vaticano in cui si riconosce l’esistenza giuridica di uno Stato palestinese relativamente agli “aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa” nei territori governati dall’Anp e che arriva dopo l’approvazione di una bozza d’intesa e il caloroso abbraccio, appena un mese fa, tra Bergoglio e Abu Mazen. Nella nota, che denuncia con ferme parole l’unilateralità dell’accordo, si legge inoltre: “Il documento verrà studiato approfonditamente così da trarre eventuali implicazioni nei rapporti tra Israele e Santa Sede”.
Dell’accordo e delle sue conseguenze si era parlato anche nella giornata di ieri, nel corso di un confronto avuto da una delegazione del B’nai B’rith International, tra le più antiche associazioni ebraiche al mondo, con Bergoglio e con alcuni alti funzionari vaticani. Nella folta delegazione, guidata dal presidente Allan Jacobs, anche i vicepresidenti Daniel Mariaschin e Daniel Citone, il presidente europeo Erika van Gelder, il presidente della sezione romana Sandro Di Castro.
“È stato un incontro all’insegna della cordialità e della volontà di affrontare temi importanti insieme. Punti di incontro e dialogo, ma anche divergenze. Come nel caso di un riconoscimento, quello dello Stato palestinese, che ha suscitato non poche perplessità non solo in Israele ma in tutto il mondo ebraico” racconta Citone a Pagine Ebraiche.
Dialogo interreligioso e impegno contro l’odio, complessità mediorientale e minaccia iraniana: questi i temi affrontati ieri in Vaticano, momento culminante di una serie di incontri al vertice tra i delegati del B’nai B’rith e rappresentanti delle istituzioni e del monche do ecclesiastico.
“Sono tanti i campi nei quali, ebrei e cristiani, possiamo continuare a lavorare insieme per il bene dell’umanità nel nostro tempo e in maniera particolare per la pace” aveva sottolineato Bergoglio accogliendo la delegazione in Vaticano. Parole di soddisfazione per i risultati conseguiti a 50 anni dalla promulgazione della Nostra Aetate erano state invece pronunciate dal presidente Jacobs.
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(26 giugno 2015)