Un se ne pole più

gadi-polaccoUn se ne pole più, ovvero, non se ne può più declinato alla toscana. Di molte cose ma, in particolare, dei dibattiti ipocriti, strumentali e stereotipati su: – ponti invece dei muri. Quasi che muri e /o mura non accompagnassero l’uomo da tempo immemorabile per proteggersi da attacchi esterni e intemperie, non solo quindi per separarsi o segregare ostilmente altri e quasi che i ponti non potessero essere anche strumento di offesa, per insinuarsi nell’altrui territorio, o non venissero talvolta distrutti proprio per separarsi da un nemico, divenuti quindi un pericolo; – l’essere pro o contro i gay, con la pretesa di schierarsi “a prescindere” a favore dell’una o dell’altra parte, quindi contro l’altra, in un dibattito troppe volte, da ambo i lati, illiberale e avulso, indipendentemente dalle idee e dagli orientamenti, dal rispetto del diritto alla scelta che ciascuno ha sulle proprie determinazioni personali di vita senza per questo venire classificato eroe o criminale; – il parteggiare pro o contro gli immigrati, anche in questo caso spinti a dover scegliere se considerarli “angeli” o “demoni”, tertium non datur, invece che individui portatori di diritti ma anche di doveri e nei confronti dei quali comportarsi, senza coda di paglia, con la stessa linearità, se del caso anche con determinata giustizia, alla quale avrebbero diritto tutti i cittadini. Scusate questo sfogo liberale ma, appunto, un se ne pole più.

Gadi Polacco

(30 giugno 2015)