Insieme per il Ramadan tour, quando il cibo è dialogo
Sveglia alle tre di notte per preparare la colazione prima dell’inizio del digiuno, poi via alle normali attività della giornata, che si conclude con un rapido giro al mercato che viene allestito ogni giorno per qualche ora, prima dell’Iftar, la tradizionale cena di rottura del digiuno.
Siamo nel pieno del Ramadan, il mese nel quale i musulmani digiunano dall’alba al tramonto, e con essa ha luogo anche una stagione turistica fuori dal comune. Si tratta di quella dei cosiddetti ‘Ramadan tour’, dei giri organizzati in alcune città a israeliane a prevalenza araba, che stanno prendendo sempre più piede tra la popolazione ebraica del paese. Una passeggiata tra siti archeologici e vie sconosciute, e poi sapori, odori e suoni insoliti, che permette al turista di scoprire e godere del lato piacevole della festività islamica visitando una città e una cultura che normalmente non si frequentano, e in un periodo assolutamente particolare dell’anno.
I ‘Ramadan tour’ sono iniziati circa sette anni fa nella regione di Wadi Ara, ma ormai si sono estesi anche alla Galilea e nel ‘Triangolo’ di città arabe a est di Tel Aviv. L’iniziativa è nata da una organizzazione no profit chiamata Sikkuy, che ha lo scopo di promuovere la coesistenza tra arabi ed ebrei. Negli ultimi anni l’attenzione è stata concentrata in particolare sul turismo, e i ‘Ramadan tour’ sono diventati uno dei progetti di punta. Ma il fenomeno ormai è diventato talmente ampio che anche il governo israeliano stesso ne promuove, in particolare in Galilea, nell’intento di portare più gruppi di turisti nella zona, e anche alcune città arabe hanno cominciato ad autogestire i loro giri.
Ma dunque, cosa si deve aspettare chi si iscrive a un ‘Ramadan tour’? Sicuramente due guide, una musulmana e una ebrea, per facilitare il dialogo. E poi, le attività più varie: si può scegliere di visitare una o più città, di andare alla scoperta della storia della regione o di visitare siti di particolare rilevanza, di fare uno spuntino o di banchettare tutta la notte. Come in ogni pacchetto turistico, gli optional dipendono dal prezzo.
I tour più semplici costano intorno ai 50-60 shekel (10-15 euro) e normalmente includono una passeggiata in città, in particolare nelle ore clou del mercato pre Iftar, dove si può fare qualche assaggio di piatti tipici; poi si ascolta il muezzin che annuncia la fine del digiuno e si osservano le strade svuotarsi per correre a tavola; infine qualche volta si può prendere parte all’inizio del pasto di una famiglia locale. I più elaborati invece prevedono visite più approfondite e la partecipazione a tutta la cena, per arrivare al top della gamma, quello che include una cena a Baka al-Garbiyye a casa di Nof Atamna-Ismaeel, la microbiologa che ha vinto l’edizione israeliana dello show televisivo Masterchef l’anno scorso. Quest’ultimo tour per veri foodies costa 390 shekel (circa 80 euro) e si conclude con una discussione di gastronomia con la celebrity chef.
A tavola si mangiano naturalmente i piatti tradizionali, tra cui un vasto assortimento di insalate come vuole la tradizione mediorientale, falafel di ogni genere e natura, e soprattutto i qatayef, delle piccole crèpes riempite di frutta secca, fritte e intinte in uno sciroppo.
Naturalmente chi celebra il Ramadan ha la sua occasione per scoprire le altre tradizioni religiose del paese in altri periodi dell’anno. I ‘Ramadan tour’ sono infatti l’ultima moda di una tendenza già molto ben radicata in Israele, dove si organizzano visite turistiche tematiche per osservare e prendere parte a riti di ogni tipo. Per esempio, è ormai comune vedere folle di ebrei alla messa di Natale alla Città vecchia di Gerusalemme, e viceversa cittadini di ogni altro credo riempire le sinagoghe per le Selichot notturne nel periodo di Rosh haShanah. Insomma, prossimo appuntamento a settembre.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(9 luglio 2015)